Amazon propone come primissimi risultati libri no-vax e negli Usa è scontro

La senatrice Elizabeth Warren ha scritto una lettera in cui stigmatizza il comportamento del grande OTT dell'e-commerce

13/09/2021 di Gianmichele Laino

La senatrice Elizabeth Warren – che è stata anche una delle candidate del Partito Democratico alle primarie per le presidenziali – ha fatto una ricerca su Amazon, digitando le parole chiave Covid-19 e vaccinoIl primo risultato è stato quello di un libro di Joseph Mercola e Ronnie Cummins intitolato The Truth About COVID-19 che parlava di Grande Reset, lockdown programmati ed esprimeva critiche molto profonde (ma anche al limite del complottismo) sui vaccini e sulle certificazioni verdi a essi collegate. La domanda, a quel punto, è sorta spontanea: Amazon stava davvero spingendo, attraverso i criteri del suo algoritmo, libri che contenevano informazioni palesemente artefatte sulla pandemia da coronavirus?

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Libri no-vax su Amazon, i criteri con cui l’e-commerce li propone agli utenti

Tutto questo, ma anche altre ricerche effettuate parallelamente nel corso degli ultimi mesi (da quando è scoppiata l’epidemia di coronavirus), ha portato la senatrice Elizabeth Warren e il rappresentante della California Adam Schiff a inviare delle lettere al CEO di Amazon Andy Jassy, chiedendo spiegazioni in merito al posizionamento altissimo nello store di libri no-vax su Amazon quando si digitano determinate parole chiave. La questione è semplice: si può consentire che Amazon – che ha una posizione di preminenza sul mercato per quanto riguarda la vendita online di libri – offra, in seguito a una ricerca per parole chiave, dei libri che possono contenere bufale sul vaccino e sul coronavirus?

Inoltre, anche i paragrafi di presentazione dei libri complottisti contengono informazioni molto benevole nei confronti dei testi che si vanno a promuovere. Il caso, nonostante le note difficoltà di Amazon a “controllare” – ad esempio – i rivenditori di terze parti e le responsabilità connesse ai prodotti in vendita sul proprio store, è diventato abbastanza importante negli Stati Uniti. Qualche settimana fa, per quanto riguarda il mercato italiano, anche Giornalettismo aveva segnalato la presenza di rivenditori di terze parti che mettevano in mostra magliette no-vax e no-green pass. A una richiesta di commento, Amazon aveva preferito non rispondere.

La reazione di Amazon sui libri no-vax in vendita nel suo store

Ha risposto, in verità in maniera molto vaga, sulla questione statunitense dei libri no-vax: «La società – si legge – valuta costantemente i libri da mettere in elenco per garantire che siano conformi alle nostre linee guida sui contenuti e, come servizio aggiuntivo per i clienti, nella parte superiore delle pagine dei risultati di ricerca pertinenti, ci colleghiamo ai consigli del CDC (Center for disease and control and prevention) sul COVID». A Bloomberg, un portavoce di Amazon ha detto che i sistemi di acquisto e di ricerca sullo store non sono orientati per far prevalere un orientamento specifico sull’altro. Possibile che il grande successo di queste pubblicazioni – che quindi, banalmente, hanno avuto più interazioni sullo store nell’ultimo periodo – abbia determinato dei suggerimenti di ricerca orientati proprio in questa direzione. Ma così facendo nutrono di una ampissima visibilità. Può essere considerato corretto dal punto di vista della genuinità dell’informazione e del ruolo dei grandi big del web in questo senso?

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