Le tre pensioni di Bersani
25/11/2012 di Dario Ferri
Il Giornale oggi ritorna sul fuorionda di qualche giorno fa di Matteo Renzi a Radio 105, mettendone in luce un lato rimasto in silenzio:
Non è il cantante, ma il segretario Pd Pier Luigi ( nel tondo ), il Bersani che ne ha tre di vitalizi, «mentre io non ne ho neanche uno» dice Renzi che ha sfidato la nomenklatura anche sul cumulo delle pensioni. Il segretario del Pd è nella condizione di molti politici di professione. Avendo lavorato nel partito come funzionario, ed essendo stato poi eletto in varie cariche, Bersani si ritroverà, quando non sarà più parlamentare, a cumulare tre pensioni. Innanzitutto quella da deputato. Avendo fatto tre legislature alla Camera, l’assegno del segretario Pd si aggirerà attorno ai 5mila euro lordi al mese. E si aggiungerà al vitalizio da ex consigliere regionale in Emilia-Romagna.
Spiega Paolo Bracalini:
Bersani ci è entrato trentenne, e ci è rimasto per anni, fino a diventarne il governatore (sempre da consigliere), nel 1993. Il calcolo complessivo della sua pensione da ex consigliere lo hanno fatto quelli del M5S in Regione: 4 .423,55 euro lordi al mese. I due vitalizi si cumulano, la legge non lo vieta. Anzi, permette che si aggiunga un altro assegno vitalizio, maturato dal lavoro extrapolitico. Bersani, ad esempio, ha fatto l’insegnante per un breve tempo dopo la laurea con lode in Filosofia, e successivamente è stato funzionario del Pci-Ds. Da questa attività lavorativa e dai relativi versamenti Inps il segretario (come qualunque altro dipendente del partito) ha maturato un terzo vitalizio, che si cumulerà ai due guadagnati con le legislature passate. Su quanto possa ammontare questa terza pensione è arduo fare ipotesi, e in generale sul fronte contributivo ci sono stati parecchi problemi in casa Ds, come ci conferma il tesoriere Ugo Sposetti.