Lazio-Roma su Dazn, come Namex si sta preparando al prevedibile boost di traffico
Abbiamo parlato con il CTO dell'hub di interconnessione per quanto riguarda l'Italia centro-meridionale: l'evento del 26 settembre è da cerchiare in rosso sul calendario
24/09/2021 di Gianmichele Laino
Roma, 26 settembre, tempo di derby. Non ci saranno soltanto le automobili in fila al Foro Italico o le sciarpate dei tifosi sul lungotevere in festa. È il primo derby della Capitale dell’era del calcio in streaming e questo significa una sola cosa: l’infrastruttura di rete vedrà con ogni probabilità un picco di traffico per quanto riguarda le connessioni a internet nell’Italia centro-meridionale. Una cosa simile, del resto, è già avvenuta la scorsa settimana al nord, in Lombardia: gli eventi ravvicinati dell’esordio in Champions League dell’Inter (con la partita trasmessa su Amazon Prime) e della partita di cartello tra Juventus e Milan hanno fatto segnare un record nel consumo di banda per quella specifica area geografica.
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Lazio-Roma su Dazn, l’importanza degli IXP
Per capire l’impatto che si potrà avere con Lazio-Roma del 26 settembre, bisogna prima capire di cosa stiamo parlando. Abbiamo contattato Flavio Luciani, il CTO di Namex. Si tratta dello snodo da cui passa il traffico internet dell’Italia centro-meridionale: un tassello fondamentale nel percorso che permette alle immagini delle telecamere di Dazn di arrivare direttamente sui dispositivi degli abbonati, dagli smartphone fino alla smart tv.
«Chi sta seduto sul divano e guarda la partita conosce l’operatore che gli fornisce connettività, ma sa poco di quello che succede dall’altra parte – spiega Flavio Luciani -. I punti di interscambio sono degi hub della rete che hanno come funzione principale quella di favorire l’interconnessione tra gli operatori, in particolare tra quelli che forniscono connettività agli utenti (TIM, Fastweb, Vodafone etc.) e quelli che distribuiscono il contenuto sulla rete. Questi ultimi sono di tanti tipi: i content provider come Netflix, oppure le content delivery network (CDN) che hanno un’infrastruttura distribuita a livello mondiale e che consentono ad altri operatori che non hanno una propria infrastruttura di rete, ad esempio gli OTT come Dazn (o come Facebook e Google 15-20 anni fa, prima che avessero una loro infrastruttura), di distribuire il proprio contenuto verso gli utenti finali. Dazn è, appunto, un OTT che utilizza le CDN per la distribuzione del traffico e le CDN a loro volta sono presenti all’interno dei punti di interscambio come Namex. Più il contenuto è vicino all’utente finale e più l’utente finale ha una fruizione ottimale del contenuto stesso».
Lo sguardo di chi gestisce un hub del genere è sicuramente privilegiato rispetto a quello che sta accadendo in Italia, con la rivoluzione del calcio in streaming. Si tratta di un fenomeno che è costantemente sotto la lente d’ingrandimento, anche in virtù delle varie problematiche che si sono registrate – a macchia di leopardo – nel corso delle prime cinque giornate di campionato. Abbiamo provato a capire, dal punto di vista di Namex, se si possono individuare – e dove – degli errori comuni nella catena di distribuzione del contenuto.
«Non credo ci siano CDN che in momenti critici reagiscano in maniera diversa rispetto ad altre – ha affermato Flavio Luciani -. La logica di distribuzione del traffico risponde a criteri propri di ciascuna CDN. Queste ultime possono essere l’origine dei problemi che sta registrando Dazn in questo periodo? Non credo che sia solo qui la questione. Tutta la catena, dalla telecamera che sta sul campo, fino all’immagine che arriva in casa nostra, presenta una serie di attori in ballo: dalle CDN, ai punti di interscambio, agli operatori che offrono la connettività, a Dazn stessa. In questa catena, ci sono tante piccole cose che devono essere ottimizzate al millimetro affinché il contenuto possa essere distribuito nella maniera più performante possibile. La potenza di fuoco di Dazn mi sembra adeguata: utilizza sei CDN con due di backup, oltre ad utilizzare delle proprie cache all’interno degli operatori più grandi, poi ci siamo noi dei punti di interscambio che siamo riusciti ad avere tutte le CDN utilizzate da Dazn all’interno della nostra infrastruttura, operando in prima persona per facilitarne l’ingresso. Ma i problemi possono nascondersi un po’ dappertutto».
Una conferma è quella della tenuta dell’infrastruttura di rete. Un aspetto che non sembra preoccupare eccessivamente gli addetti ai lavori, anche in occasione di contemporaneità di grandi eventi in streaming. Sicuramente, la sicurezza su questo aspetto è dovuta al rodaggio che si è avuto nel corso di tutto il 2020 pandemico, con il conseguente aumento del traffico di internet a cui gli operatori si sono già dovuti adattare. «Dall’inizio del campionato non ho rilevato saturazioni che mi hanno fatto pensare a un problema collegato alla rete e all’infrastruttura. Del resto, l’all time peak di 234 gbit/s che si è registrato durante Juve-Milan è di gran lunga inferiore rispetto agli oltre 3 tbit/s di capacità allocata di Namex. Può diventarlo, chiaramente, se non si lavora bene. Ma sia la CDN, sia l’operatore, sia il punto di interscambio stanno collaborando affinché questi problemi non si presentino. Una delle mie responsabilità è verificare che tutto questo funzioni alla perfezione. Nei mesi precedenti, visto che l’acquisizione dei diritti della Serie A da parte di Dazn è una notizia che si è avuta per tempo, abbiamo lavorato con gli operatori affinché si potessero superare eventuali criticità. E c’è un’altra cosa su cui bisogna riflettere: siamo arrivati a questo 2021 dopo una pandemia internazionale, durante la quale il traffico è aumentato in maniera esponenziale, con gli operatori che si sono adeguati a questo incremento così repentino del traffico. Ognuno di noi è diventato un content provider perché abbiamo iniziato a fare delle call, abbiamo fruito della didattica a distanza: in quel periodo, gli operatori si sono adeguati e sono arrivati preparati, di conseguenza, anche alla sfida della Serie A su Dazn».
La preparazione di Namex al derby della Capitale
Lazio-Roma, comunque, rappresenta un momento di snodo. Un evento cruciale per cui Namex si sta preparando in maniera meticolosa: «La modalità di preparazione del derby, una partita di cartello, è sicuramente più specifica – spiega il CTO di Namex -. Di solito, inviamo un bollettino agli operatori con cadenza settimanale, attraverso cui ricordare una serie di best practices e di suggerimenti per trarre beneficio da un’opportunità, non tanto per risolvere un problema. Le interlocuzioni con gli altri punti di interscambio sono frequenti: i maggiori quattro IXP stanno collaborando, perché stiamo condividendo le nostre esperienze relative ai singoli ecosistemi di Roma, di Torino, di Milano e di Padova. Nel week-end, poi, il monitoraggio è costante: per risolvere problemi all’impianto elettrico o all’infrastruttura di base, dobbiamo avere del personale pronto a intervenire immediatamente. Ci interfacciamo, ovviamente, con Dazn e parliamo con le CDN presenti in Namex, cercando di farci raccontare la previsione sulla distribuzione del traffico per quella partita: possibile che ci si debba aspettare più traffico da una cdn piuttosto che da un’altra, e allora ci sarà bisogno di monitorare quella cdn maggiormente sollecitata. In ogni caso, il meccanismo ormai è rodato, visto che abbiamo superato la quinta giornata di campionato».
Quando, però, ci si avvicina a un evento di questa portata, quella che potremmo definire ansia da prestazione non può passare inosservata: «I timori ci sono sempre – spiega Luciani -, ma non riguardano l’infrastruttura di rete o il funzionamento della piattaforma di interconnessione. Noi cerchiamo di lavorare al massimo per superare l’errore circostanziale: se va giù il datacenter o se va giù per cause esterne la linea elettrica, abbiamo sempre un piano B. In ogni caso, il monitoraggio avviene quotidianamente e la manutenzione è sempre a un livello molto alto. Abbiamo capacità per fronteggiare eventi di questo tipo, ma l’incognita è sempre dietro l’angolo. Del resto, Lazio-Roma è Lazio-Roma».
Il derby romano resta un banco di prova importante per Dazn, che viene fuori da un turno infrasettimanale difficile, nel corso del quale ha dovuto affrontare un down del suo portale che, giovedì 23 settembre, ha impedito a un larghissimo numero di abbonati di poter fruire dei primi trenta minuti delle partite delle 18.30. Eventi che, nell’ambito di questa rivoluzione dello streaming, sembrano essere parte di un percorso e che vanno affrontati con chiarezza e una comunicazione trasparente. Del resto, secondo gli operatori coinvolti, l’azienda che detiene i diritti della nostra Serie A sembra aver messo in campo tutte le risorse necessarie per far funzionare il servizio: «Dazn – chiude Luciani – ha fatto esattamente il lavoro che farebbe un OTT. Il ragionamento è corretto: utilizzano le cdn nei punti di interscambio per favorire gli operatori più piccoli, con garanzia della presenza di queste nei più grandi hub italiani di Roma e Milano, e utilizzano la Dazn Edge dentro la rete dei maggiori operatori. Inoltre, Dazn cerca di favorire le CDN a seconda della distribuzione geografica e alla previsione del traffico. È esattamente quello che si dovrebbe fare per distribuire un servizio di questo tipo, ovviamente se parliamo di OTT. Ciò che andrei a incentivare è la condivisione di informazioni tra i diversi operatori che hanno come obiettivo unico quello del corretto funzionamento dell’intero processo».