La responsabilità di Kennedy nella guerra in Vietnam

14/03/2014 di Mazzetta

Eisenhower e Ngo Dinh Diem, Washington 1957
Eisenhower e Ngo Dinh Diem, Washington 1957

L’OK DI KENNEDY – Il 2 novembre del 1963 Diem e il fratello Nhu trovano la morte in un golpe militare, quello che la storiografia americana ha ritenuto a lungo organizzato da una cricca di ufficiali americani senza l’input dell’amministrazione Kennedy, che sarà ucciso il 22 novembre successivo senza aver gridato al tradimento. Questa almeno è la versione che fu diffusa da suo fratello Robert, che oltre all’ovvio interesse apologetico sconta il difetto di una mancanza di conoscenza di prima mano delle discussioni alla Casa Bianca. Discussioni che dal 2009 sono state pubblicate e un po’ alla volta analizzate fino a ricostruire la verità storica. La fonte sono nastri registrati dallo stesso Kennedy, in particolare quelli di una seduta del 26 agosto del 1963 nella quale si delinea la strategia per il Vietname il presidente si mostra d’accordo con le considerazioni esposte in merito alla necessità di rimuovere almeno Nhu e, in caso di resistenza far saltare anche Diem. Se si considera che Diem risponderà picche agli americani intensificando la brutale repressione e diventando ancora più sgradito in patria e fuori, è facile concludere che quelle decisioni prese in presenza di Kennedy sono quelle che hanno portato al golpe sostenuto dagli americani e validato esplicitamente dallo stesso JFK.

ALLA FINE IL TONCHINO – Dopo il golpe si susseguirono una dozzina di governi militari, fino a che nel 1955 non si affermò una diarchia tra un generale dell’esercito e un maresciallo dell’aria, risolta poi nel 1967 con il prevalere del generale: Nguyễn Văn Thiệu. E sarà il vice presidente di Kennedy, quel Lyndon Johnson che aveva scambiato Diem per Churcill, a dare il via nel 1964 all’escalation dell’impegno sul terreno una volta divenuto presidente al posto del defunto, divenuta ormai necessaria perché la debolezza del governo del Sud lasciava il paese alla mercé dei comunisti. Un’escalation realizzata a partire del pretesto dell’ormai famoso Incidente del Golfo del Tonchino, occasione nella quale gli americani denunciarono l’aggressione di una loro imbarcazione da parte della marina Nord-vietnamita. Denuncia che poi gli stessi documenti americani declassificati a distanza di decenni hanno certificato fosse una montatura della stessa specie di quella delle armi di distruzione di massa di Saddam, usata per vendere l’invasione dell’Iraq all’opinione pubblica domestica e occidentale nel 2003.

 

 

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