La Luna Nera, la serie Netflix italiana: «Le nostre streghe un passo avanti, elementi di Game of Thrones» | Video

La Luna Nera è pronta a sbarcare su Netflix in contemporanea su tutti 190 paesi in cui il servizio è attivo, sintomo che il colosso dello streaming crede fortemente nella possibilità di portare una serie di genere made in Italy nel mondo. Un binomio quello tra Netflix e il nostro paese che verrà rafforzato con l’apertura nei prossimi mesi della base operativa per il mercato Europeo a Roma. Intanto all’ombra del Cupolone è stata presentata come detto La Luna Nera, con a rimarcare l’importanza del lancio la presenza del direttore internazionale delle serie originali Felipe Tewes: “Voglio dirvi che noi siamo molto orgogliosi di questo show, perché abbraccia la capacità di prendersi dei rischi con creatività. Analizza un periodo buio ma analizza come i protagonisti trovino la loro forza. Ci è piaciuto molto il fantasy come mezzo per riscrivere la storia. Fandango era necessario perché era una impresa realizzarla. Ci ha appassionato la passione delle creatrici con una squadra tutta al femminile”.

Una squadra tutta al femminile quella de La Luna Nera, ma anche un genere come il fantasy che ha rappresentato una sfida intrigante per Domenico Procacci e la sua Fandango, tanto che i paragoni sono lusinghieri: “Non siamo famosi per lavorare sul fantasy, quindi è una sfida anche per noi. Fin dall’inizio però ho subito detto che noi europei e italiani abbiamo alle spalle della nostra storia tanti elementi narrativi interessanti. Tanto ci viene anche saccheggiato. Quando ho visto tutti gli elementi di Game of Thrones ho trovato riferimenti al nostro passato, perché non raccontarle direttamente noi quelle storie? Non sono contento che su un prodotto così ambizioso e spettacolare c’è sempre quasi un pregiudizio verso la produzione italiana. Agli Oscar costumisti, scenografi e direttori della fotografia tra i più premiati di sempre sono italiani. Siamo tra i migliori, smettiamola di avere questo pregiudizio. La Luna Nera a livello produttivo va a sfidare questo pregiudizio. Sulla presenza femminile posso solo dirvi che in ufficio alla Fandango la maggior parte dei collaboratori sono donne, pertanto sono felice che anche qui ci siano”.

Francesca Comencini fa un’analisi precisa delle tematiche principale della serie, lei che per prima ci ha creduto contattando le due colleghe Susanna Nicchiarelli e Paola Brandi che con lei firmano la sceneggiatura: “Forse il punto di partenza per l’equilibrio tra realismo e fantasy è stato pensare che non c’è nulla di più fantasy della realtà e nulla di più reale della magia. La nascita, la morte, la malattia e quei momenti non visibili di cui le donne sono testimoni ha scaturito un patto per credere che la magia potesse scaturire in questa realtà e fosse reale. C’è un riscatto in questa storia, abbiamo delle donne non vittime che riescono a vivere pienamente una seconda possibilità di riscatto. Collaborare tra di noi è stato veramente entusiasmante perché c’è stato uno scambio di fiducia e una ammirazione reciproca. Lavorare con Netflix é stata veramente eccezionale perché ci siamo trovati in una grande libertà e una grande possibilità ai protagonisti che sono attori totalmente esordienti. Questa possibilità di avere attori di teatro che hanno lavorato meno nel cinema, questo è stato un territorio di grande sperimentazione”.

La Luna Nera, Francesca Comencini plaude “Giusto fare polemiche, donne non devono stare un passo indietro”

francesca comencini
la luna nera francesca comencini

La regista candidata all’Oscar per l’Italia con la Bestia nel Cuore poi lancia una stilettata a chi come Amadeus dice che le donne debbano stare un passo indietro: “Le streghe sono una figura ripresa dal femminismo negli anni ‘70 e tornano continuamente di attualità. Sono delle donne libere e forti, sono delle donne che hanno qualcosa di diverso rispetto a ciò che ci aspetteremmo. Sono magari vecchie, senza uomini, ma comunque orgogliose di non stare un passo indietro perché rappresentano un concetto universale. La più grande utopia del nostro tempo è cercare di sfuggire dalla voglia di dominio degli uomini e di sottomissione per le donne”, poi sul prossimo conduttore di Sanremo va nello specifico: “Non amo fare processi a una persona, quello che si è espresso in questi giorni è un discorso su un pensiero purtroppo troppo comune  di questo paese ed è un bene che ci siano questo tipo di polemiche”.

Susanna Nicchiarelli invece in modo velato punta il dito contro quei politici che attaccano coloro che sono diversi: “È stato divertente e un onore essere chiamata da Francesca. Era una serie molto intelligente sin dal primo momento e questo è raro. Volevamo portare attraverso Netflix a un grande pubblico dei contenuti seri ed importanti come la persecuzione del diverso e della persecuzione del capro espiatorio. Ci sono tanti temi profondi. Il primo giorno che ho guardato il monitor mi sono resa conto che avevamo creato qualcosa di completamente diverso”, mentre Paola Brandi si sofferma su una serie fatta di sentimenti forti Lavorare sotto la guida della capitana Francesca Comencini mi ha insegnato moltissimo, specie che l’azione gioca sui sentimenti con i personaggi. Il portato di ognuna di noi è stato valorizzato, di hanno chiesto di costruire un progetto comune ed è stato molto bello. La nostra collaborazione è stata davvero gioiosa, io sono innamorata del fantasy e non vedevo l’ora ci fosse una cosa come questa. Ci siamo messi alla prova con una possibilità, ovvero ribaltare le cose. Questa è la prima magia”.

La Luna Nera arriverà su Netflix il prossimo 31 gennaio con 8 episodi.

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