In Italia non stiamo bene, ma in Ungheria stanno peggio: la censura sull’orgia del deputato di Orbán

Nessuno sta parlando di József Szájer

02/12/2020 di Gianmichele Laino

Non cielo dicono!!1!1!. Ma in ungherese. Ieri, ha fatto il giro del mondo la notizia dell’europarlamentare conservatore József Szájer, membro fondatore del partito Fidesz – lo stesso del presidente intransigente Viktor Orbán -, che si è reso protagonista di un’orgia con 25 persone in un bar del centro di Bruxelles, dalla quale aveva cercato di fuggire prima dell’arrivo della polizia. Non era normale, in periodo di emergenza sanitaria, creare un assembramento del genere all’interno di un locale pubblico. E, per questo, visto l’imbarazzo che gli avrebbe provocato la vicenda, il deputato Szájer (dalla barba e dal baffo molto austro-ungarico, famiglia a carico in patria) si è dimesso dal parlamento europeo.

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József Szájer ha imbarazzato l’Ungheria, ma Orban ha messo tutto a tacere

Tuttavia, leggendo oggi i giornali ungheresi si fa fatica a trovare traccia della vicenda. A quanto pare, gli organi di informazione vicini al governo di Viktor Orban hanno messo a tacere tutta la storia per evitare ulteriori complicazioni al presidente magiaro. Che, nonostante faccia parte del Partito Popolare Europeo, dimostra ancora una volta di avere atteggiamenti ben poco liberali. Altro che stato di diritto e Recovery Fund, insomma.

Nessun cenno su MTI (Magyar Távirati Iróda), radio e tv pubbliche: come se la Rai avesse deliberatamente oscurato uno scandalo sessuale legato in qualche modo a un componente di un organo del partito di maggioranza. Un comportamento che non si può definire accettabile, soprattutto se consideriamo che ci troviamo nel 2020, in piena rivoluzione tecnologica e mediatica. La censura di stato, tuttavia, non è impenetrabile: siti indipendenti, ma anche media stranieri possono benissimo essere raggiunti dai cittadini ungheresi che maneggiano agevolmente i vari device tecnologici. Ma l’impatto di questa censura sulle generazioni più in avanti con gli anni è molto significativo, dal momento che loro rappresentano lo zoccolo duro dell’elettorato di Orban e che hanno storicamente un accesso più limitato ai nuovi media.

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