Come l’algoritmo di un’agenzia del lavoro digitale semplifica il lavoro dei recruiter

Il co-founder dell'agenzie del lavoro digitale e start up Jobtech ci ha raccontato come la tecnologia può snellire ogni fase del lavoro dei recruiter

28/05/2021 di Ilaria Roncone

La tecnologia è entrata in ogni ambito del lavoro e quello delle risorse umane non fa eccezione. Abbiamo parlato con Angelo Zamboni, co-founder di Jobtech – start up e prima agenzia per il lavoro completamente digitale nel panorama italiano – che ci ha spiegato in che modo la tecnologia può snellire e accorciare i tempi di lavoro dei recruiter e non solo. Il ruolo di Jobtech è quello di accompagnare le aziende e i lavoratori in ogni fase, dalla selezione alla firma del contratto, garantendo la chiusura di una posizione tra il 50 e il 70% più veloce.  L’iniziativa nasce circa un anno fa, in piena pandemia, con lo scopo di digitalizzare e rinnovare il mondo delle agenzie per il lavoro. La tecnologia è protagonista, quindi, senza levare valore al lavoro della persona – anzi – assistendo gli esperti di settore per portare a termine le ricerche nel più breve tempo possibile.

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Jobtech, l’agenzia del lavoro come una internet company

«Come start up tech che ha dovuto crearsi uno spazio in un mercato consolidato il solo modo che abbiamo avuto per differenziarci e dare il massimo ai lavoratori – che sono i primi utenti del nostro servizio e che lo ricevono gratuitamente – e alle agenzie. Con noi il recruiting parte sfruttando i dati e le tecnologie tipiche di una internet company». Una delle novità di Jobtech sta nel fatto che si va al di là del classico procedimento di ricerca, selezione, home boarding e assunzione: «Noi abbiamo cercato di cambiare il modello partendo da un sourcing (reperimento n.d.R) strategico dei candidati, quindi di attivarci prima di ricevere una richiesta di ricerca da parte di un’azienda cliente, così da avere un contatto immediato con i lavoratori in fase di origine dell’offerta di lavoro».

La mappatura del web per capire dove c’è più domanda

«Andiamo a mappare il web a partire dai motori di ricerca per capire dove c’è più domanda e capire quali profili servono per quali tipi di aziende. Così facendo riusciamo a far confluire i lavoratori che potrebbero essere interessati a questo tipo di posizioni a confluire sui nostri canali verticali», ci spiega Zamboni, sottolineando come la componente umana sia fondamentale in questa parte del processo. «Appena preso il contatto ci facciamo raccontare dai lavoratori chi sono, quali sono le loro ambizioni e le loro necessità e che tipologia di carriera vogliono avere. In questo modo, una volta profilati, costruiamo un’offerta strategica di lavoratori che vada a intercettare possibili esigenze da parte delle aziende».

Usare la tecnologia semplifica il lavoro dei recruiter

«Grazie alla profilazione fatta precedentemente e ai vari filtri che abbiamo costruito all’interno della piattaforma – ovvero gli algoritmi di matching tra l’opportunità lavorativa e il profilo dei i vari candidati che fanno domando – riusciamo a costruire liste molto corte e profilate da proporre ai nostri rectuirer per approfondire tutti quegli aspetti che devono essere approfonditi da una persona e non dalla tecnologia». L’essere umano subentra, quindi, quando una prima scrematura è già stata fatta tramite la piattaforma e si trovano a dover valutare aspetti più specifici. «Così facendo i nostri recruiter – chiarisce il co-founder di Jobtech – non perdono tempo a fare lo screening di migliaia di CV ma si concentrano solo su quelli già selezionati tramite algoritmo».

«I profili che non fanno match con l’opportunità vengono reindirizzati»

Per tutti quei profili che magari, pur di trovare un lavoro, fanno domanda per posti non proprio in linea c’è poi una riassegnazioni ad offerte che vengono giudicate come più adatte dal sistema. «Una volta passata la fase di recruiting la tecnologia rientra in gioco una volta che i candidati vengono presentati ai nostri clienti e, successivamente, vengono inseriti in azienda. Puntiamo sullo standardizzare il modo in cui viene proposto il candidato andando a concentrare la comunicazione solo sugli aspetti differenzianti di ogni singola persona rispetto al panel complessivo offerto dal mercato. L’azienda cliente si trova a vagliare solo gli aspetti importanti, concentrati in pochi minuti di video e in un report strutturato quale sia il valore della persona».

Il back office successivo alla scelta è automatizzato totalmente

«Tutta la parte di back office successiva alla scelta è affidata alla tecnologia con l’automatizzazione di tutto ciò che viene dopo: la generazione dei contratti tra di noi e i lavoratori, tra di noi e l’azienda cliente, l’automazione della raccolta del monte ore lavorate, l’automazione delle varie procedure burocratiche che sono dietro ogni singola assunzione. Essendo partiti un anno fa abbiamo cercato di costruire la macchina mano a mano che la costruivamo, step by step e di fatto – dopo un anno – un buon 80% dei nostri processi sono gestiti integralmente da Jobtech. Rimangono alcuni pezzi che non abbiamo ancora deciso di internalizzare perché non riteniamo di avere il know how specifico necessario ma credo che a partire da un anno da oggi avremo il 100% dei processi internalizzati».

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