Secondo il presidente Rouhani, in Iran fino a 25 milioni di infetti da Covid-19

Il presidente dell’Iran Hassan Rouhani ha detto che fino a 25 milioni di Iraniani potrebbero aver contratto il Covid-19. Durante un discorso trasmesso dalla televisione statale il 19 luglio, Rouhani ha annunciato che le stime del giorno precedente, che indicavano 271,606 positivi in tutto il Paese, non sono realistiche e che più del 30% della popolazione (80 milioni), avrebbe in realtà il coronavirus. Le nuove stime sono basate su degli scenari plausibili formulati dal ministero della salute in seguito al picco di contagi degli ultimi giorni.

Poco prima dell’annuncio del presidente, il governo aveva imposto un nuovo lockdown nella capitale Teheran e altre aree urbane del Paese.

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I dati ambigui e la battaglia (persa) contro il coronavirus in Iran

L’Iran è il Paese più colpito dalla pandemia in Medio Oriente, con il numero di contagi e decessi in continuo aumento dallo scorso aprile, quando il primo lockdown e le restrizioni sul distanziamento sociale erano state allentate.

«La nostra stima è che 25 milioni di iraniani sono infetti da questo virus e che circa 14,000 sono deceduti», ha detto il presidente durante il suo discorso. «C’è la possibilità che tra i 30 e i 35 milioni siano inoltre a rischio», ha aggiunto Rouhani senza però specificare che cosa volesse effettivamente dire.

Alle dichiarazioni del governo della Repubblica Islamica, che deve inoltre far fronte alle tensioni sociali inasprite dai danni economici provocati dalla pandemia, si sono inoltre aggiunte altre dichiarazioni abbastanzi ambigue di un ufficiale della task force contro il coronavirus. «Le 25 milioni di persone citate da Rouhani non sono state gravemente affette e molte non hanno avuto bisogno di assistenza sanitaria», ha riportato l’agenzia semi-ufficiale INSA.

Intanto, il ministero della salute ha riportato 188 nuovi decessi nella giornata di Sabato e ha imposto nuovamente regole severe sul distanziamento sociale, tra cui la sospensione di tutte le attività culturali e religiose.

A Behbahan, una delle città incluse nel nuovo lockdown, la scorsa settimana, la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla durante una protesta contro il governo.

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