Iran, condannati a morte tre giovani che avevano partecipato alle proteste contro il caro-benzina

14/07/2020 di Enzo Boldi

Amirhossein Moradi, Saeed Tamjidi e Mohammad Rajabi. Due venticinquenni e un ventisettenne, tutti e tre condannati a morte dalla Corte Suprema dell’Iran. La loro colpa? Aver partecipato, nel mese di novembre scorso, alle manifestazioni di piazza organizzate per protestare contro il caro-benzina nel Paese. Il regime di Hassan Rouhani si distingue, ancora una volta, per le sue regole (non) democratiche, decidendo di uccidere – per scelta dello Stato – tre giovani che avevano preso parte alle proteste di piazza. E i tre ragazzi condannati a morte in Iran sono solo l’ultimo capitolo di una storia che va avanti da troppo tempo.

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La vicenda risale al novembre scorso, quando migliaia di cittadini scesero per le strade di Teheran durante le proteste contro i cospicui rincari del prezzo della benzina, deciso dal governo centrale iraniano. Ad annunciare la sentenza di condanna da parte della Corte Suprema iraniana è stato il portavoce della magistratura di Teheran, Gholamhossein Esmaili. Due dei tre ragazzi condannati a morte in Iran furono fermati con l’accusa di rapina a mano armata. A tutti e tre sono stati contestati i reati di partecipazione a conflitto armato, proteste e sabotaggio. Inoltre ai tre è stato contestato il fatto di aver ripreso le proteste si piazza e inviato i filmati alla stampa estera.

Ragazzi condannati a morte in Iran per le proteste contro il caro-benzina

Una vicenda molto fumosa, su cui non è mai stata fatta grande chiarezza. In attesa dell’esecuzione della sentenza di condanna a morte, Amirhossein Moradi, Saeed Tamjidi e Mohammad Rajabi sono stati simultaneamente condannati a 38 anni di carcere e 222 frustrate (come prevede quel folle sistema giuridico).

L’esecuzione di Reza Asgari

E la notizia dei tre ragazzi condannati a morte in Iran arriva nello stesso giorno in cui il regime di Teheran ha annunciato l’esecuzione di un’altra condanna a morte: quella dell’ex dipendente del ministero della Difesa Reza Asgari, accusato di aver fornito documenti alla Cia.

(foto di copertina: da Twitter)

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