La novità della USB-C: Apple si è adeguata alla direttiva europea

L'azienda lo aveva annunciato già nei mesi scorsi e non avrebbe avuto alternative

13/09/2023 di Enzo Boldi

Apple si è spesso distinta per proporre ai clienti modelli di smartphone, tablet e pc (sia in versione desktop che notebook) all’avanguardia. Differenze strutturali e visibili a colpo d’occhio (ma anche di prezzo). Prodotti per un mercato elitario che, con il passare degli anni, sono diventati di largo uso e consumo. E per anni ha mantenuto la barra dritta sul connettore a “8 pin”, meglio conosciuto come “lightning“. Una decisione che ha spesso e volentieri ostacolato la possibilità di far “dialogare” i telefoni prodotti da Cupertino con quelli di altre aziende. Ora, però, con l’iPhone 15 è stato fatto un salto nel futuro, con la porta USB-C utilizzabile per caricare la batteria o connettere il device ad altri.

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Questa svolta, però, non è stata propriamente volontaria. Perché nell’ottobre dello scorso anno, l’Unione Europea – attraverso una direttiva – ha imposto a tutti i produttori di uniformarsi per quel che riguarda i carica-batteria: basta soluzioni alternative, uniformandosi tutti all’istallazione del connettore USB-C. Una mossa per evitare gli sprechi e consentire di avere un unico cavo universale per poter ricaricare tutti i dispositivi elettronici. Nel 2024, infatti, per Apple non sarebbe stato più possibile commercializzare prodotti con il connettore Lightning (nome acquistato nel novembre del 2012 dalla Harley-Davidson).

iPhone 15 USB-C, Apple si adegua alla direttiva Europea

Undici anni dopo, dunque, Cupertino è stata costretta a cambiare. Era il settembre del 2012 quando – durante il classico Apple event -, l’azienda presentò al mondo l’iPhone 5 che, come caratteristica, aveva un innovativo tipo di connettore a 8 pin, in sostituzione di quello a 30 pin presente sui modelli precedenti. Questo sistema garantiva una maggiore velocità di ricarica e una protezione maggiore della batteria (soprattutto in termini di cicli di ricarica). Oggi, invece, applicando la direttiva UE, iPhone 15 presenta una porta USB-C che oltre a garantire una velocità di ricarica ancor superiore, permette allo smartphone di potersi interfacciare con altri dispositivi.

Iphone 15 USB-C

Come spiega la stessa Apple, con iPhone 15 USB-C sarà possibile «caricare il Mac o l’iPad usando lo stesso cavo che usi per iPhone 15 Pro». E sarà possibile utilizzare lo stesso cavo anche per caricare gli AirPods Pro di 2^ generazione, presentati durante l’Apple Event di martedì 12 settembre.

In realtà, si potranno caricare tutti i dispositivi di qualsiasi marca o modello (quelli che già rispettano la direttiva UE). Ma ci sono delle differenze anche in questo tra i due prodotti base (iPhone 15 e iPhone 15 Plus) e quelli top di gamma (iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max).

I modelli più performanti (e costosi) presentano un connettore compatibile con USB 3, la nuova generazione che consente il trasferimento di dati in modo molto più veloce. I modelli base, invece, hanno compatibilità solamente con USB 2 (quindi trasferimento dati più lento). In dotazione insieme a tutti questi iPhone c’è un cavo USB, ma non nella versione “3”.

Cosa dice la direttiva

Ma perché Apple ha deciso di procedere in questa direzione? Perché a partire dal 2024, in Europa non sarà più possibile mettere in vendita prodotti elettronici con cavi differenti rispetto alla tecnologia USB-C. Nello specifico, si fa riferimento all’esigenza di consentire a tutti gli utenti di poter utilizzare caricabatterie universali, riducendo lo spreco (anche economico).

«Le nuove norme renderanno obbligatoria una porta di ricarica USB tipo C per un’ampia gamma di dispositivi elettronici. Di conseguenza, quasi tutti i dispositivi potranno essere ricaricati utilizzando lo stesso caricabatteria. Perché i consumatori sappiano esattamente cosa stanno acquistando, la direttiva introduce un pittogramma che specifica se il nuovo dispositivo è corredato di caricabatteria, nonché un’etichetta indicante le prestazioni di ricarica». 

Un cambio di paradigma, anche a livello tecnico. Apple, dunque, è costretta a fare un passo indietro, adeguandosi a una direttiva molto ben dettagliata.

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