Nella geopolitica di internet, la UE sembra essersi schierata sul concetto di disinformazione nella guerra in Ucraina

La valutazione della Stratcom, che è l'unità di disinformazione dell'Unione Europea, ha spinto gli organismi comunitari verso la decisione di realizzare una piattaforma contro la disinformazione russa e cinese

04/05/2023 di Redazione

All’origine della decisione comunicata dall’Alto Commissario per la Politica Estera dell’Unione Europea, Joseph Borrell, c’è il primo report realizzato dalla divisione Stratcom nell’ambito del Servizio Europeo per l’azione esterna che ha realizzato, per la prima volta nel 2022, un report che prende in esame la disinformazione nell’ambito della guerra in Ucraina. Sulla base di questo report, sono stati presi in esame i casi delle cosiddette situazioni di Foreign Information Manipulation and Interference (siglato FIMI), ovvero della manipolazione dell’informazione dovuta alle interferenze straniere. Il report non ha evidenziato nulla di particolarmente nuovo. Emergeva, nella fattispecie, che su 100 tentativi di FIMI relativi alla guerra in Ucraina, 60 avevano come obiettivo quello di danneggiare lo stato Ucraino e di diffondere la propaganda filo-russa. Vale appena la pena evidenziare che il 40% dei casi di FIMI analizzati avevano, evidentemente, altri obiettivi. Tuttavia, sulla base di queste casistiche la Commissione Europea ha deciso di lanciare una nuova piattaforma contro la disinformazione e le ingerenze degli stati stranieri nell’informazione: l’Information Sharing and Analysis Center – annunciata nel mese di febbraio del 2023 – avrà come obiettivo quello di tutelare l’ecosistema europeo dalle ingerenze informative russe e cinesi.

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Information Sharing and Analysis Center, la piattaforma contro la disinformazione russa e cinese

Insomma, una scelta di campo estremamente precisa – nell’ambito geopolitico – da parte dell’Unione Europea che, nell’ambito di un contesto in cui la disinformazione è diffusa a prescindere dalla provenienza geografica, dagli influssi delle varie forme istituzionali e dalla tipologia di società all’interno della quale attecchisce, ha deciso di andare a colpire solo una determinata specie di disinformazione, individuando – nello scacchiere delle alleanze – dei target che suonano minacciosi non tanto nella distribuzione dell’informazione, quanto nell’ambito economico.

Questa piattaforma, al di là dello scopo specifico e della sua impronta politica, avrà lo scopo di creare delle strategie di risposta efficaci a questo tipo di disinformazione, da attuare in seno al Servizio Europeo per l’azione esterna, attraverso un continuo scambio di dati e di informazioni in tempo reale. Il tutto con lo scopo di fornire dei materiali alle istituzioni che, in questa fase, stanno ancora cercando una forza di sicurezza comune nell’ambito dell’Unione Europea. Un progetto embrionale che, in questo momento, sta determinando alcuni confini. Primo fra tutti quello della costruzione di alleanze: va letta in questa ottica la scelta di colpire soprattutto la disinformazione proveniente dalla Russia o dalla Cina e non altri tipi di flussi di disinformazione.

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