Disinformazione sulla guerra in Ucraina: il monitoraggio di NewsGuard ed EDMO

Nel 2022, le false notizie sulla guerra in Ucraina hanno rappresentato il 59% del totale della disinformazione rilevata in UE

04/05/2023 di Nicole Volpe

Da quando, il 24 febbraio dello scorso anno, è iniziata la guerra tra Russia e Ucraina, è stato ed è difficile stabilire la verità dei fatti. Come spesso accade in ogni guerra, gli schieramenti opposti mettono in atto un’attività di propaganda talmente capillare da trasformare l’informazione in disinformazione. Ad oggi, secondo NewsGuard, società che valuta l’affidabilità delle notizie dei media di tutto il mondo, sarebbero infatti 372 i siti (tra cui 37 italiani) che hanno pubblicato notizie false sul conflitto russo-ucraino.

LEGGI ANCHE > Il caso dei droni sul Cremlino: veline e fake news usate come armi della guerra di disinformazione

Report disinformazione Ucraina, quali sono i siti e i temi principali

Oltre ai media notoriamente finanziati dal governo russo – come Tass, RT e Sputnik -, NewsGuard ha rilevato la presenza di molti altri siti web che diffondono notizie false sulla guerra in Ucraina. Spesso sono siti web anonimi, fondazioni e siti di ricerca che ricevono finanziamenti non chiari. Dal canto suo, la Russia utilizza questi media per promuovere informazioni di propaganda. E lo fa avvalendosi anche dell’aiuto di piattaforme digitali come YouTube, TikTok, Facebook e Twitter.

In questo anno, alcune delle fake news più frequenti sul conflitto russo-ucraino rilevate da NewsGuard riguardano il massacro dei civili a Bucha (che, secondo i russi, è stata una messa in scena), la presenza in Europa orientale di laboratori di armi biologiche americane e l’abbattimento, da parte di un pilota ucraino soprannominato “Ghost of Kyiv”, di diversi jet russi (in questo caso, si è trattato di un video realizzato utilizzando il videogioco Digital Combat Simulator).

I livelli di disinformazione e il ruolo dei social

Prendendo in considerazione tutto il 2022, l’ Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO) ha rilevato che il picco massimo della falsa informazione sul conflitto russo-ucraino è stato raggiunto nel mese di marzo 2022. Il tema ha occupato il 59% del totale della disinformazione rilevata in Unione europea. Da quel momento, la percentuale è diminuita sempre di più, raggiungendo il suo minimo a settembre 2022. Nonostante la percentuale sia risalita a ottobre e novembre, non ha più raggiunto il record registrato a marzo.

Proprio nel marzo 2022, un’indagine di NewsGuard aveva rilevato che TikTok forniva ai propri utenti contenuti falsi sulla guerra in Ucraina entro 40 minuti dalla loro registrazione sull’app, senza che questi avessero fatto alcuna ricerca sul tema. Invece, se si faceva una ricerca utilizzando termini generici legati al conflitto, come “Ucraina” o “Donbass”, TikTok proponeva diversi video contenenti false informazioni tra i primi 20 risultati.

Questo esempio è emblematico di quanto i social network, in questo senso, abbiano avuto una grande responsabilità nella diffusione di informazione false. Secondo il report dell’EDMO, che va dal 1 febbraio 2022 al 1 marzo 2023, Facebook è stato il social che ha veicolato più argomenti falsi sulla guerra (l’EDMO ne ha individuati, dal punto di vista numerico, 17), lo segue Twitter (con 15 argomenti) e, poi, tutte le altre piattaforme.

In percentuale, i contenuti più utilizzati per veicolare messaggi di propaganda sono stati i video. Questi coprono il 44% dei contenuti di disinformazione, seguiti dalle foto (33%), dai testi (12%), e altro (12%).

Le narrazioni predominanti rimangono le stesse

Secondo gli studi, le false narrazioni sulla guerra in Ucraina sono rimaste totalmente invariate da febbraio 2022 ad oggi. Il 40% di queste narrazioni – sempre secondo i dati dell’EDMO – sono contro la NATO e i paesi che sostengono l’Ucraina, il 30% cerca di compromettere l’immagine dell’Ucraina e il 21% cerca di danneggiare la figura pubblica di Zelensky.

Ad aprile dello scorso anno, ad esempio, NewsGuard aveva individuato una notizia falsa che ancora oggi continua ad essere sostenuta e discussa: gli Stati Uniti gestirebbero in Ucraina laboratori che stanno sviluppando armi biologiche. Tra i post individuati, c’era anche uno dell’agenzia di stampa statale cinese Xinhua, che ha ripubblicato un video del 10 marzo in cui il portavoce del ministro della Difesa russo, Igor Konashenkov, aveva annunciato il ritrovamento di un “coronavirus di pipistrello” in laboratori americani in Ucraina.

A questa falsa narrazione, si aggiungono molte provenienti dalla “fazione filo-russa” (come – ad esempio – il bombardamento di Mariupol), ma allo stesso tempo ci sono anche diversi casi di informazione contro la Russia, come ad esempio le esagerazioni sul fenomeno – esistente – dei giovani russi che fuggono dal Paese per sfuggire al reclutamento. Ma quanto durerà ancora questo rimbalzo di (false) accuse? Probabilmente bisognerà aspettare la fine della guerra.

Share this article
TAGS