L’uso di dispositivi digitali influenza (negativamente) i risultati scolastici sulla lettura

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Il caso italiano è differente rispetto agli altri Paesi in cui è stata effettuata l'indagine Pirls 2021

Leggere da un dispositivo digitale porta a risultati peggiori nelle abilità di comprensione e analisi di un testo. Almeno in Italia. Questa è la sintesi di uno degli aspetti approfonditi dall’indagine PIRLS 2021 che ha visto coinvolti gli studenti della quarta elementare (o equivalente) di 56 Paesi di tutto il mondo. Un dato che va in controtendenza, quello italiano, con tutti gli altri.



Indagine Pirls 2021, i risultati italiani sulla lettura digitale

Le rilevazioni PIRLS – condotte dalla IEA e presentate in Italia da Invalsi – vengono effettuate ogni cinque anni a partire dal 2001 e si rivolgono a bambini di nove anni che frequentano la scuola. Ed è impressionante le differenze tra l’Italia e il resto del Mondo: da noi, gli alunni che utilizzano un dispositivo digitale per oltre 30 minuti al giorno hanno ottenuto risultati peggiori (su lettura e comprensione di un testo) rispetto a chi non ne fa uso. Negli altri Paesi, invece, il trend va nella direzione opposta. Abbiamo analizzato questi dati grazie al supporto di Laura Fumagalli, AD di MyEdu.

Questa rilevazione ci ha dato lo spunto per cercare di capire a che punto si trova il processo di digitalizzazione della Scuola in Italia. Secondo un recente audit della Corte dei Conti europea, il più grande problema delle strutture scolastiche del nostro Paese è la connettività. E senza un’adeguata copertura di rete è, di fatto, impossibile utilizzare strumenti digitali. In attesa che il governo proceda verso una Scuola digitale con i fondi del PNRR.