Il doping per i bambini
10/10/2012 di Mazzetta
La cronaca conferma i peggiori timori e le più spaventose previsioni. Dal 2007 nel nostro paese sono stati autorizzati i farmaci per la cure dell’ADHD, una malattia relativamente nuova che secondo molti non è nemmeno una malattia. Dice Wikipedia che: “il Disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini”.
UNA MALATTIA VERA ? – Nel corso dell’aspro dibattito che ha aperto la strada al riconoscimento e alla cura di questa malattia, i sostenitori della sua esistenza non hanno potuto dimostrarla che attraverso una descrizione che si riduce alla fotografia del comportamento nei bambini e negli adolescenti che devia dalla media e inclina all’iperattività fino alla rivolta e all’asocialità. I bambini iperattivi, quelli distratti e con difficoltà a concentrarsi come quelli eccessivamente scontrosi sono tutti sospetti malati. Gli scettici non possono fare a meno di notare che l’elenco dei sintomi che dovrebbero inquadrare la malattia, è la riproposizione di comportamenti tipici di bambini e adolescenti e chiedersi perché i medici abbiano sentito il bisogno di tracciare una riga sospesa nel vuoto, oltre la quale i pazienti riconosciuti sono messi a dieta di psicofarmaci, che peraltro presentano forti controindicazioni.
MALATTIA O REAZIONE AL DISAGIO? – Qualcuno l’ha chiamata la sindrome dei bambini vivaci, ma le statistiche statunitensi dicono invece che l’insieme delle diagnosi non restituisce l’immagine di una platea di bambini naturalmente agitati, quanto piuttosto di bambini scossi dalle difficoltà della vita e di pazienti ai quali i medicinali per la cura dell’ADHD sono prescritti in parte come unica risposta possibile a casi sociali e in parte come evidente conseguenza di una pressante promozione e opera di lobbysmo dei produttori di farmaci.
COSTI STELLARI – L’ADHD costa oggi agli Stati Uniti una cifra compresa nella forbice tra i 36 e i 69 miliardi di dollari all’anno, una cifra spaventosa che per i sostenitori della sua esistenza diventa la dimostrazione stessa che chi ne lamenta la pericolosità è nel giusto, secondo Ruth Hughes ad esempio, CEO di Children and Adults with Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder: “L’ADHD spesso non è preso sul serio, ma è un disordine serio con un impatto serio. I dati economici ci dicono che non è un problema creato artificialmente”. In realtà dicono solo che ci si spende una quantità enorme di soldi, il che di per sé non aggiunge alcun valore clinico o scientifico a favore della tesi che si tratti di una vera malattia da curare con psicofarmaci.