Il Data Privacy Framework punta a dare più diritti ai cittadini UE?

Il via libera al nuovo accordo per il trasferimento dati tra UE e USA non è stato accolto con grande entusiasmo da tutti

16/07/2023 di Ilaria Roncone

Il Data Privacy Framework è realtà, tra chi celebra (la Commissione europea) e chi critica (in prima linea, Max Schrems). Il nuovo testo, che sancisce i diritti dei cittadini dell’Unione Europea in materia di dati personali trasferiti negli Stati Uniti d’America, non sembra discostarsi più di tanto dalle sue precedenti versioni (Safe Harbor al Privacy Shield), entrambe già messe in discussione dagli attivisti e annullate dalla Corte di giustizia europea.

Data Privacy Framework, il trasferimento dati tra UE e USA

Provando a inquadrare che cosa è cambiato rispetto ai testi precedenti, è importante anche ascoltare il parere di esperti e critici indipendenti che vedono in questo accordo tra Ursula von der Leyen e il numero uno della Casa Bianca Joe Biden un atto più politico che pratico, con un testo che lascia parecchi punti in sospeso. Uno su tutti riguarda la conformità rispetto alle leggi stesse che il nuovo regolamento sul trasferimento dei dati tra i Paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti deve far rispettare. E il grande protagonista anche di queste contestazioni è l’attivista per i diritti digitali Max Schrems che già in passato, con le sue azioni legali, era riuscito a far cambiare le carte in tavola.

Partendo dalla definizione di quella che è una “decisione di adeguatezza”, passando per lo storico dei vari accordi che hanno provato a fare ordine nella Babilonia della regolamentazione del trattamento dei dati personali, siamo arrivati a elencare gli strumenti pratici che ogni cittadino europeo ha a disposizione per vedere rispettati i suoi diritti.

 

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