Huggy Wuggy, il gioco inquietante che preoccupa i genitori e fa scattare l’allarme della Polizia Postale: “Può ingenerare paure”
Il problema è: quanto sono sicuri i bambini sul web? Il videogioco horror consigliato ai maggiori di 13 anni, si è diffuso anche alle scuole materne
06/05/2022 di Martina Maria Mancassola
Che cosa sappiamo del pupazzo blu con i denti affilati? Huggy Wuggy nasce dal videogioco horror consigliato ai bambini maggiori di 13 anni, ma in poco tempo si è diffuso anche tra i piccoli nelle scuole materne. Huggy Wuggy fa scattare l’allarme della Polizia Postale e rende i genitori sempre più preoccupati perché i loro bambini riescono a vedere le immagini del pupazzo inquietante dagli Youtubers, molto spesso capaci di influenzarli. La canzone che è stata creata «Free Hugs» fa temere per i bambini più piccoli: «Potrei abbracciarti per sempre, finché non espiri il tuo ultimo respiro insieme», «Sarò li presto, affonderò i denti e sarai consumato». Secondo Gabrielli, il capo della Postale, il monitoraggio che i genitori devono porre in essere è difficile: «È una competenza che il genitore medio deve sviluppare, provenendo da generazioni nelle quali la diffusione di nuove tecnologie non era paragonabile da quella che c’è attualmente, quindi è veramente uno sforzo complesso da affrontare come genitori. Ma è necessario, perché il primo baluardo di protezione dei bambini e dei ragazzi è la famiglia nella quale si ragiona su cosa c’è di pericoloso e sulla natura delle cose. Sembra sempre tutto così impalpabile ma non lo è».
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Huggy Wuggy fa scattare l’allarme della Polizia Postale: cosa è successo
Un pupazzo blu dalle labbra rosse ha fatto preoccupare i genitori. Si tratta di Huggy Wuggy e, come rivela il suo nome, il pupazzo è solito dare e richiedere abbracci. Peccato che non ci sia nulla di coccoloso, perché il pupazzo all’occasione mostra i suoi denti affilati ed inquietanti. Huggy Waggy è solo l’ultima trovata o è davvero pericoloso? La canzoncina che accompagna il pupazzo non è proprio confortante: «I denti aguzzi ti lasciano sanguinante (Sharp teeth leave you bloody) Non chiamarmi mai brutto (Don’t you ever call me ugly) Abbracciami finché non muori (Hug me ’til you die)». Il pupazzo blu nasce da un videogioco horror disponibile sui vari dispositivi Apple o Android ed è l’antagonista nel primo capitolo del videogioco Poppy Playtime, uscito lo scorso ottobre. Il gioco rappresenta una sorta di «horror escape room» per i bimbi, perché quando Huggy Wuggy appare all’improvviso – nei celebri «jump scare» – il gamer deve risolvere degli indovinelli e scappare dalla fabbrica di giochi Playtime&co che vede Huggy come mascotte.
Il gioco ha un indice di classificazione PEGI 13 e, dunque, non è adatto a tutti, ma solo ai soggetti maggiori di 13 anni. Il problema è che ci sono moltissimi Youtuber per bambini, partendo dai «Me contro Te», che mostrano loro immagini del gioco. La Polizia Postale ha lanciato l’allarme: «Questo fenomeno esiste e lo stiamo monitorando. Può creare problemi se non si adoperano accortezze. Noi intendiamo informare i genitori e spiegare loro che occorre prestare attenzione a ciò che guardano i loro figli sul web». Queste parole provengono dal capo dei cyber poliziotti, Ivano Gabrielli, il quale conferma che quello che sta succedendo non va sottovalutato: «Non ci occupiamo solo di criminalità, ma anche di fenomeni che possono comportare rischi e pericoli. E adesso stiamo monitorando ciò che accade intorno al personaggio Huggy Wuggy. Il nostro compito è quello di prevenire fenomeni che possono portare ad atti di autolesionismo o che sfocino in forme di pericolosità sociale. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le famiglie affinché prestino più attenzione». Gabrielli, a capo della Postale, ha incaricato gli esperti dell’Unità di analisi del crimine informatico per affrontare il caso. La polizia italiana non è infatti la prima ad allarmarsi, perché già quella britannica ha pubblicato un avviso ufficiale ai genitori, affinché impediscano ai propri bambini di giocare con il pupazzo. L’esperta della polizia postale, la psicologa Cristina Bonucchi, ha dichiarato che: «Huggy Wuggy è in realtà il personaggio principale di un videogioco, poi sono state sviluppate delle applicazioni che permettono di inserire questo pupazzo nelle produzioni video, audio e nelle foto».
Come si è diffuso il fenomeno
Come è stato possibile trasformare un cartone in un pericolo per i bambini? Lo spiega Ettore Battelli della Clinica legale in diritto dei minori dell’università RomaTre: «Tutto nasce dall’assuefazione dal web», aggiungendo che: «È un fenomeno noto da anni, in crescita soprattutto durante il lockdown e il periodo pandemico» e che «Il fatto che nonostante la ripresa della socialità alcuni bambini siano ancora assuefatti così dagli schermi è preoccupante». Poi, accade che qualche genitore sente quella melodia inquietante e diffonde il panico. Così, ne parla con altri genitori e questi con altri ancora e, alla fine, viene lanciato l’allarme: «Ci sono famiglie meno attente che hanno comprato il pupazzo ai figli senza che questi avessero mai giocato al videogame», che comunque è per bambini dai 13 anni in su, ma si sa che i bambini fanno i capricci e i genitori non riescono a non accontentarli. Alessia Arena, vicepresidente dell’associazione, ci tiene a sottolineare che «Il problema non sono i bambini che si stanno fissando ma i genitori che fanno diventare il prodotto commerciale senza che ci sia una sorta di controllo dietro». Una mamma aggiunge che «Purtroppo i bimbi vanno per emulazione: mio figlio di 5 anni ogni tanto me lo nomina, un suo amichetto si è fissato e gliene parla», mentre un altro genitore aggiunge che: «Ora i bambini sono tutti in fissa per il pupazzo perché viene pubblicizzato dagli YouTuber».
«È un pupazzo che ha un’apparenza innocua, quella di un pelouche morbido, ma nasconde una natura invece malvagia, e quindi la grande bocca con i denti aguzzi e anche un temperamento aggressivo. Questa diffusione può ingenerare paure e consentire agli adulti di manipolare i più piccoli», spiega la dottoressa Bonucchi sottolineando che il videogioco era destinato a bambini di più di 13 anni «con una capacità già di discriminare tra il bene il male, quindi distinguere che cosa e fantasia e che cosa è reale». Poi, però, la diffusione digitale ha amplificato la pericolosità del fenomeno: «Spaventa i bambini perché è un personaggio horror, vuole uccidere il protagonista del videogioco. Ci sono paure che sono fisiologiche, penso soprattutto alla paura del buio» che «se vengono stimolate da fenomeni come questo il rischio è di avere dei bambini molto spaventati per qualcosa che in realtà è fondamentalmente un prodotto creato per un’attività ludica rivolta a fasce di età più mature. Potrebbe essere difficile gestire la paura del buio che si trasforma in paura di Huggy Wuggy perché tutti parlano di Huggy Wuggy. Se non ben gestita può diventare anche qualcosa di piùpreoccupante». Secondo Gabrielli, non si parla di contrasto ma di attenzione, non potendo dire ancora che portata abbia raggiunto il fenomeno: «Sappiamo però che è molto diffuso e che ci sono arrivate numerose segnalazioni». La dottoressa Bonucci aggiunge che «In genere i contenuti horror permettono di agganciare più facilmente il bambino, specialmente quelli più piccoli che si vogliono misurare con il coraggio che poi alla fine non hanno». Non rimane che sollecitare i genitori a controllare i figli, magari assistendoli mentre navigano sul Web, per «capire cosa guardano i ragazzi in rete, che momenti di condivisione hanno con altri ragazzi, quali sono gli argomenti che visualizzano e accompagnarli», conclude la dottoressa.