Finanziamenti scientifici dell’UE “Horizon” a favore dello spyware Pegasus?
Nella lettera all'Alto rappresentante UE, Borrell, gli eurodeputati espongono timori sulla formalizzazione dell'accordo di Orizzonte Europa con Israele
13/05/2022 di Martina Maria Mancassola
A metà dello scorso dicembre, 60 eurodeputati hanno inviato una lettera congiunta a Joseph Borrell, capo degli affari esteri dell’Unione Europea, per esternare la loro preoccupazione per l’accordo di Horizon Europe con lo stato di Israele, che ha un budget complessivo per il 2021-27 di 95,5 miliardi di euro, per via dello spyware israeliano Pegasus. Per molto tempo, Israele ha avuto grande sostegno dall’Europa nel campo della ricerca e dell’innovazione, quasi come quello di cui godono gli Stati membri dell’UE. Questo accordo ha permesso di sviluppare in Israele, tra le altre, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In realtà, però, le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale legate a queste tecnologie, e quanto e come il contributo europeo ha finanziato queste ultime, sono aspetti così tanto controversi da non essere stati quasi mai discussi seriamente.
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Per evitare che i finanziamenti dell’UE Horizon vadano a vantaggio dello spyware Pegasus, gli eurodeputati chiedono alla Commissione di rivedere l’accordo con Israele
Nella lettera all’Alto rappresentante dell’UE, Joseph Borrell, gli eurodeputati hanno espresso le proprie preoccupazioni sulla formalizzazione dell’accordo di Orizzonte Europa con Israele per «Le recenti rivelazioni sull’uso della tecnologia di sorveglianza informatica come lo spyware Pegasus contro i difensori dei diritti umani palestinesi e la fonte di tale tecnologia dovrebbero essere indagate e affrontate». Questi aggiungevano che Israele aveva intensificato i suoi attacchi contro la società civile palestinese: «Più recentemente attraverso la designazione ingiustificata di sei organizzazioni leader come “terroriste” e illegali, con l’obiettivo di isolarle, mettendo in pericolo la vitalità del movimento per i diritti umani e della società civile palestinese – chiave per qualsiasi società democratica e inclusiva». La lettera si concludeva con la richiesta degli eurodeputati di «Riconsiderare e congelare la partecipazione di Israele a Horizon Europe, fino a quando Israele non garantirà il rispetto degli obblighi previsti dal diritto internazionale nei confronti dei palestinesi». Negli ultimi anni, infatti, i legislatori dell’UE hanno sollevato dubbi sul coinvolgimento dell’Unione Europea, tramite i suoi finanziamenti, nello sviluppo del software israeliano, il quale è stato utilizzato per colpire attivisti, giornalisti e difensori dei diritti umani in tutto il globo, anche in Europa e contro parlamentari, politici e attivisti europei.
Questo non è di poco conto se si pensa che un certo numero di società militari e di sicurezza israeliane, come Elbit e Israel Aerospace Industries, hanno ricevuto finanziamenti nell’ambito di Horizon 2020 e di altri programmi simili in passato. All’inizio di dicembre 2021, poi, 86 ONG ed esperti hanno domandato alla Commissione Europea di sanzionare il Gruppo NSO , già parte della lista nera dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, e di vietare la commercializzazione e l’utilizzo del suo spyware Pegasus. L’appello, che non è stato l’unico in Europa, è giunto dopo le rivelazioni dell’uso di Pegasus dalle autorità israeliane per hackerare – nello scorso ottobre – i dispositivi di sei attivisti palestinesi per i diritti umani. Tuttavia, la Commissione Europea ha da poco fatto sapere che non indagherà sull’abuso dello spyware «Pegasus» da parte degli Stati membri per colpire politici, giornalisti e le loro famiglie. Anzi, la Commissione ha obbligato le vittime a cercare giustizia nei propri tribunali nazionali, ostacolando ulteriormente l’accesso di queste ai rimedi e facendo terminare l’eccessiva sorveglianza da parte dello Stato.
Il software Pegasus, di cui abbiamo già parlato in passato, è famoso per essere utilizzato nel monitoraggio dei difensori dei diritti umani in tutto il globo e, perciò, mina il diritto alla privacy, alla libertà di espressione e associazione, nonché l’integrità generale del contesto giuridico internazionale. Il software è una minaccia concreta per la security di individui e organizzazioni, per i diritti civili e la sicurezza, oltre a mettere in discussione la credibilità dei governi che rivendicano la democrazia e lo stato di diritto e poi, invece, fanno uso di tali strumenti di sorveglianza. All’inizio di marzo, il Parlamento europeo avviava una commissione per indagare sull’utilizzo dello spyware Pegasus all’interno dell’Unione Europea. Durante il processo, il Parlamento dovrebbe mettere in discussione il ruolo dei programmi di finanziamento dell’UE come Orizzonte 2020 e Orizzonte Europa nel sostenere i governi oppressivi tramite lo sviluppo di questi spyware, nonché esaminare le attività commerciali e le relazioni che li circondano, ovvero la loro incompatibilità con i principi dell’UE. Si chiede, dunque, alla Commissione Europea di rivedere l’accordo di Orizzonte Europa con paesi come Israele in cui si migliorano tecnologie per abbattere principi europei comuni, mentre la visione di Orizzonte Europa è quella di creare «un futuro sostenibile, equo e prospero per le persone e il pianeta basato sui valori europei».