Israele ha respinto la richiesta ucraina per il software di hacking Pegasus temendo ritorsioni russe

Probabilmente il paese temeva che la concessione all'Ucraina dell'accesso allo spyware della NSO sarebbe stata considerata dai russi un'aggressione

24/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Israele blocca Pegasus: i funzionari della difesa israeliana bloccano il tentativo dell’Ucraina di ottenere l’accesso al software di sorveglianza, sviluppato del gruppo NSO, per timore di subire ripercussioni da parte della Russia. Secondo il Washington Post, l’Agenzia per il controllo delle esportazioni della difesa del paese («Defense Exports Controls Agency»), avrebbe respinto la richiesta ucraina di licenza per evitare che Pegasus venisse offerto dal gruppo NSO, titolare del software spia, all’Ucraina.

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Israele blocca Pegasus: i funzionari della difesa israeliana bloccano i tentativi dell’Ucraina di acquisto del software

Secondo The Guardian e The Washington Post, l’Ucraina avrebbe tentato di acquisire gli strumenti di hacking sin dal 2019, ma non è la sola perché molte sono le agenzie di intelligence che nel mondo competono tra di loro per ottenere l’accesso a Pegasus, uno degli strumenti di intromissione informatica più sofisticata sul mercato. L’obiettivo di questo spyware è, infatti, quello di penetrare i dispositivi elettronici per sottrarre loro ogni possibile dato ed informazione operando «behind the enemy lines». Questo spyware – tipologia di software che raccoglie informazioni circa l’attività sul web di un utente senza la sua autorizzazione -, è stato sviluppato dalla NSO Group, società israeliana di armi informatiche, e può essere installato segretamente su dispositivi cellulari con quasi tutte le versioni di iOS e Android. Una volta infettato il dispositivo, il software Pegasus permette all’attaccante di visionare le foto, controllare documenti e messaggi crittografati dell’attaccato senza che quest’ultimo sospetti qualcosa. I ricercatori di The Citizen Lab avrebbero individuato almeno 45 contee in cui il software spia Pegasus è stato utilizzato in passato. Molti di queste, avrebbero utilizzato più volte Pegasus per colpire giornalisti, attivisti per i diritti umani, dissidenti politici e anche bambini.

Secondo le dichiarazioni rilasciate a The Guardian, Israele temeva che i tentativi dell’Ucraina di identificare e/o controllare i numeri di telefono russi, utilizzando Pegasus, sarebbero stati visti dalla Russia come un attacco alla stessa. D’altro canto, gli Stati Uniti, legati ad Israele per questioni geopolitiche, apparivano invece propensi a concedere all’Ucraina la possibilità di accedere al software spia. L’Estonia avrebbe avuto accesso a quest’ultimo nel 2019, ma le licenze del paese risultano essere state revocate l’anno scorso sebbene non si conoscano i motivi. In realtà, Israele avrebbe bocciato il progetto di acquisto di Pegasus tempo fa, nel 2019, ma ancora la situazione non è cristallina. Né Mykhailo Fedorov, vice primo ministro ucraino che sovrintende alla tecnologia digitale per l’Ucraina, ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito, anche se ha confermato che l’Ucraina è stata interessata alla tecnologia israeliana.

Israele, allora, diversamente dagli Stati Uniti, per esempio, «agisce» adottando una linea conservativa. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky denuncia, attraverso un video, il parlamento israeliano per non aver accolto la sua richiesta di «salvare la vita agli ebrei ucraini». Il presidente, e anche noi, ci domandiamo: «cos’è questo, indifferenza, calcoli, mediazione senza schierarsi?»

Foto IPP/Evgeny Biyatov

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