Il caso dell’utente condannato a 150 ore di lavori socialmente utili per un tweet offensivo
La legislazione britannica ha condannato un utente Twitter che si è reso responsabile di parole «gravemente offensive» nei confronti del capitano Sir Tom Moore
31/03/2022 di Ilaria Roncone
Sono 150 le ore di lavori socialmente utili che il 36enne Joseph Kelly dovrà portare a termine per scontare la sua pena dopo la condanna per un tweet ritenuto offensivo. Partiamo dall’inizio della questione hater Twitter condannato ai lavori sociali: siamo nel Regno Unito e il bersaglio del tweet definito «gravemente offensivo» era il capitano Sir Tom Moore, ufficiale dell’esercito britannico che ha fatto raccolta fondi da destinare al servizio sanitario nazionale (NHS) nel corso della pandemia. Il fatto che il messaggio sia stato cancellato dall’autore appena venti minuti dopo la pubblicazione non è stato sufficiente per non farlo finire al centro di un procedimento legale.
LEGGI ANCHE >>> Gli hater dell’Ucraina si sono riversati anche su Spotify
Hater condannato a lavori sociali, cosa ha scritto?
«L’unico buon soldato britannico è quello morto, brucia all’inferno vecchio amico»: queste le parole pubblicate il giorno dopo la morte del cavaliere della Regina e figura di rilevanza nazionale in UK dopo aver fatto cento giri attorno al suo giardino in occasione del suo centesimo compleanno. L’evento porta l’attenzione su un aspetto particolarmente criticato della legislazione britannica – come sottolinea anche The Verge -, ovvero la possibilità di essere perseguiti dalla legge in caso di messaggi definiti «gravemente offensivi» secondo la sezione 127 del Communications Act del Regno Unito.
La difesa dell’utente, dichiarato colpevole già lo scorso febbraio e che ha rischiato di essere condannato al carcere, ha sottolineato – oltre al fatto che il tweet è rimasto online per venti minuti – che l’uomo ha scritto e pubblicato la frase dopo aver bevuto alcolici e che aveva pochi seguaci al momento della pubblicazione. «Ammette di aver sbagliato. Non aveva previsto quello che sarebbe successo. Ha preso provvedimenti quasi immediatamente per cancellare il tweet, ma era troppo tardi ormai – spiega l’avvocato – Il suo essere criminale è legato a un post da ubriaco in un momento di conflitto emotivo, un post di cui si è pentito e che è stato rimosso quasi immediatamente».
I problemi legati alla Sezione 127
Chi ha condannato Adam Cottam – che oltre al lavoro socialmente utile dovrà essere supervisionato per 18 mesi – ha affermato: «La mia opinione è, dopo aver ascoltato le prove, che questo era un tweet gravemente offensivo. La deterrenza è davvero quella di mostrare alle persone che, nonostante i passi che hai fatto per cercare di richiamare le cose, appena premi il pulsante blu è finita. È importante che le altre persone si rendano conto di quanto velocemente le cose possano andare fuori controllo. Lei è un buon esempio di questo, non avendo molti seguaci».
Attualmente la Sezione 127 – che nasce allo scopo di perseguire gli individui che dicono cose offensive al telefono e che è stato ampliato ai social media – sta per essere sostituita dall’Online Safety Bill del Regno Unito. La critica a questa legislazione è data dal fatto che i cittadini vengano condannati basandosi su nozioni vaghe di moralità pubblica e opinioni soggettive.