Qual è il problema del grafico di Marattin sui voti al M5S e il reddito di cittadinanza

Ci sono diversi esperti in matematica e statistica che stanno evidenziando una serie di problemi rispetto al grafico senza commento pubblicato dall'esponente di Italia Viva

29/09/2022 di Redazione

Negli ultimi giorni, esattamente da quando sono stati pubblicati i primi dati sulle elezioni politiche del 2022, sta circolando insistentemente un grafico che mette in correlazione il voto al Movimento 5 Stelle con i percettori del reddito di cittadinanza, suddiviso per regioni italiane. Il grafico ha avuto ampia diffusione perché è stato condiviso dal parlamentare (rieletto) di Italia Viva Luigi Marattin. Il grafico di Marattin, in realtà, era stato realizzato dal Sole 24 Ore.

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Grafico di Marattin sul Movimento 5 Stelle e il reddito di cittadinanza

In queste ore, il grafico di Marattin è stato ampiamente condiviso. C’è anche chi, a partire da questa presunta correlazione individuata, è arrivato a parlare di una sorta di voto di scambio del M5S che ha lanciato la misura del reddito di cittadinanza. La correlazione tra i percettori del reddito e gli elettori del M5S esiste davvero nella maniera in cui il grafico rilanciato da Luigi Marattin lo presenta? In realtà la situazione è molto più complessa.

Innanzitutto, il grafico di Marattin parla di dati assoluti e non in rapporto alla popolazione di ciascuna regione (più la regione è popolosa, maggiori saranno i percettori del reddito di cittadinanza e – di conseguenza – maggiori saranno stati anche gli elettori, in termini assoluti, del M5S). Ma poi, una ulteriore spiegazione sul peso specifico del reddito di cittadinanza sul voto al M5S viene fornita da Guido Iodice, fondatore di Keynesblog.

Nel thread che vi abbiamo proposto, invita a disaggregare i dati e a distribuire la popolazione in maniera diversa da come è stato fatto nel grafico di Marattin. Nelle regioni del sud, la correlazione è più alta, mentre nelle regioni del nord questa correlazione crolla. La conclusione di Guido Iodice, al termine del suo ragionamento, è che «sì, il voto al M5S è in parte spiegato dal RdC, ma in modo molto più lasco di quanto pretenda Marattin. Né ovviamente possiamo parlare di “voto di scambio”. Se vogliamo fare un’analisi sociale un po’ più seria possiamo dire che il M5S parte da una base forte (soprattutto) al Sud e poi, al limite, riceve un boost dal RdC». Insomma, non un andamento pedissequo tra percettori di reddito e voto al Movimento 5 Stelle, ma semplicemente un motivo in più – soprattutto nelle regioni del sud Italia, dove il voto pentastellato era stato molto forte già nel 2018, quando il reddito di cittadinanza non era stato ancora introdotto – per aree tradizionalmente “gialle” (per citare un altro grafico riportato da Marattin sul tema) di votare Movimento 5 Stelle.

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