Ma la persona che parla di «governo del contagio» è la stessa del video «riaprire tutto» in piena pandemia?

24/07/2020 di Enzo Boldi

Il leader parla, gli utenti eseguono. E così sui social, in particolare su Twitter, da alcune ore è di tendenza l’hashtag #governodelcontagio, citando per filo e per segno il Vangelo secondo Matteo (Salvini). Il riferimento è, ovviamente, alle accuse mosse dal leghista all’Esecutivo per lo sbarco di alcuni migranti risultati positivi al Coronavirus (la minoranza). Ed ecco che quel mood al grido di Governo del contagio riporta alla mente quel video dello stesso ex ministro dell’Interno che, il 27 febbraio, all’inizio dell’epidemia, attaccava lo stesso Esecutivo per le chiusure che, secondo lui, non servivano a nulla.

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Tormentoni che neanche Alvaro Soler (e chiediamo scusa al cantante spagnolo per l’accostamento). Perché la macchina social leghista, che da due giorni non è più in grado di sostenere il dibattito economico dopo l’accordo sul Recovery Fund in Europa, ora torna a macinare like e consensi (sempre social) attraverso l’atavica battaglia contro i migranti, definiti «infetti» a più riprese dal deus ex machina della propaganda leghista.

Governo del contagio, l’assurdo hashtag lanciato da Salvini

La memoria, però, è lunga come il naso di chi dice molte bugie, per citare il Pinocchio di Collodi. Non può passare inosservato, infatti, il fatto che lo stesso Matteo Salvini che oggi si è preso la licenza di parla dei governo dei contagi, sia stato l’autore del più clamoroso autogol a inizio pandemia, con tanto di corsa ai ripari qualche giorno dopo. Il 22 febbraio chiedeva di chiudere tutto, il 27 dello stesso mese di riaprire tutto: dalle discoteche ai negozi. Poi, il 12 marzo, facendo finta di nulla, disse che lui da settimane chiedeva di chiudere tutto. Per chi avesse la memoria corta, riproponiamo quel video.

Ecco la coerenza

Questione di opportunità. Questione politica. Questione elettorale. Salvini, dall’inizio della pandemia, ha sempre dimostrato (con le sue uscite, tutte testimoniate grazie alla sua onnipresenza social e televisiva) di cambiare direzione in base al vento della tempesta. Ed ecco che ora parla di governo dei contagi. Bene, se quelle erano le premesse, con quel «riaprire tutto» del 27 febbraio e con lui al governo, forse si poteva utilizzare quell’hashtag, relamente.

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