Se i social network non hanno di meglio da fare se non ricordare lo spot di Gorbaciov per Pizza Hut

Il trend della mattinata sembra essere questo, dopo che nella nottata si è diffusa la notizia della morte dell'ex leader sovietico

31/08/2022 di Gianmichele Laino

Pizze in faccia alla storia. Per far capire bene la questione della banalizzazione che a volte sanno portare i social network e per comprendere la portata della viralità di un contenuto in una particolare circostanza, è bene descrivere quello che sta accadendo, sui social network, con lo spot di Gorbaciov e Pizza Hut. La notizia del giorno, chiaramente, è quella della morte dell’ex presidente dell’Unione Sovietica, il promotore della perestroika, il premio Nobel per la Pace, la pedina fondamentale per la conclusione della Guerra Fredda e per l’apertura dell’Unione Sovietica al resto del mondo. Un processo che di certo non può essere riassunto in poche righe, perché presenta luci e ombre, ma che – oggi – paradossalmente viene riproposto dai social network in una sintesi ancora più estrema. Ovvero, quella fornita dal vecchio spot di Pizza Hut in cui compariva la figura di Michail Gorbaciov.

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Gorbaciov e Pizza Hut, la storia dello spot e la pervasività di questa clip sui social network

Nelle tendenze di Twitter, con oltre 40mila tweet che parlano di questo argomento, Pizza Hut è diventato l’argomento di discussione preferito in questa mattinata del 31 agosto, dopo che la notizia – diffusa da un sintetico comunicato della TASS – ha raggiunto i media internazionali (mentre in Russia, le principali emittenti televisive l’hanno volutamente ignorata o fatta passare in secondo piano, visti i rapporti non propriamente idilliaci tra Gorbaciov e la linea politica di Vladimir Putin).

Mentre la Russia, nel 1997, stava aprendo le porte a tutte le grandi aziende occidentali, l’ex presidente dell’Unione Sovietica prestò la sua immagine per uno spot di Pizza Hut, che stava sbarcando nel Paese (l’ironia della sorte: questa discussione avviene proprio mentre le più grandi compagnie occidentali, anche del settore del food, stanno lasciando la Russia a causa delle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina). Non che la pubblicità fosse estranea alle dinamiche di internet: spesso, sui social network, i singoli fotogrammi di questo spot sono stati utilizzati per creare meme e per proporre contenuti caricaturali. E qualcuno, evidentemente, ha pensato bene di tirare fuori questa vecchia pubblicità come epitaffio dello storico leader sovietico. La cui vicenda personale meriterebbe una attenzione ben diversa e un approfondimento molto più puntuale rispetto a un tweet in cui accompagna un bambino a mangiare una pizza e assiste, al tavolo accanto, a una discussione populista sulla sua opera riformatrice dell’ormai ex Unione Sovietica.

Per chi ha cambiato le sorti dell’intera geopolitica della fine degli anni Ottanta (i cui effetti si vedono ancora oggi), il ricordo social attraverso una fetta di pizza non può che essere una rappresentazione plastica di come la nostra società faccia i conti con la sua storia. Con questa superficialità, i tempi che verranno si annunciano ancora più bui.

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