Google pagherà 391,5 milioni di dollari dopo l’accusa di scorretta gestione del tracciamento della posizione

Si tratta della cifra più elevata che un'azienda pagherà in un accordo sulla privacy dei consumatori negli Stati Uniti

15/11/2022 di Redazione

Google ha accettato di pagare 391,5 milioni di dollari dopo che l’azienda è stata accusata da 40 procuratori generali degli Stati Uniti di aver fatto credere agli utenti che il tracciamento della posizione fosse disattivato, e infatti nelle loro impostazioni appariva così, ma Google continuava a raccogliere informazioni sui loro movimenti. Google ha accettato anche di apportare dei miglioramenti al modo in cui le informazioni sulla posizione vengono rilevate.

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La pessima gestione del tracciamento della posizione di Google

L’indagine è iniziata nel 2018 a seguito di un articolo dell’Associated Press in cui si ipotizzava che Google continuava a tenere traccia dei dati sulla posizione degli utenti anche se gli stessi utenti avevano disattivato l’opzione che avrebbe consentito a Google di poterlo fare.

Secondo i procuratori generali, Google ha violato le leggi statali sulla protezione dei consumatori almeno a partire dal 2014. Inoltre, la società «ha confuso i suoi utenti sulla misura in cui potevano limitare il rilevamento della posizione di Google semplicemente modificando le impostazioni del proprio account e del dispositivo». Quello che obbliga Google a pagare milioni di dollari è il più grande accordo sulla privacy dei consumatori mai raggiunto negli Stati Uniti: Meta, che prima era nota come Facebook, ha accettato di pagare 5 miliardi di dollari dopo le accuse della Federal Trade Commission (FTC) sullo scandalo noto come Cambridge Analytica. In seguito all’accordo raggiunto, Google avrebbe accettato di mostrare le informazioni aggiuntive agli utenti ogni volta che attivano o disattivano un’impostazione dell’account relativa alla posizione, di rendere le informazioni chiave sul tracciamento della posizione inevitabili per gli utenti e quindi di non nasconderle e infine di fornire agli utenti informazioni dettagliate sui tipi di dati sulla posizione raccolti da Google e su come vengono utilizzati.

Il mese scorso, Google ha accettato di pagare all’Arizona 85 milioni di dollari dopo una causa del 2020 in cui veniva accusata di tracciare gli utenti per pubblicare annunci mirati anche dopo aver disattivato le impostazioni dei dati sulla posizione.

 

Update 15/11/22, 12:11

Dichiarazione attribuita a un portavoce di Google: «Coerentemente con le modifiche migliorative che abbiamo apportato negli ultimi anni, abbiamo raggiunto un accordo su queste indagini che si basavano su norme di prodotto superate che abbiamo già cambiato diversi anni fa».

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