Glovo ha licenziato con una e-mail Sebastian Galassi, il rider morto sul lavoro il giorno prima

La conferma di quanto le condizioni di lavoro e i diritti di lavoratrici e lavoratori digitali vadano presi maggiormente in considerazione

04/10/2022 di Giordana Battisti

Sebastian Galassi è morto in un incidente avvenuto la sera di sabato primo ottobre mentre lavorava come rider per Glovo. Dopo la sua morte sul lavoro, l’azienda lo ha licenziato tramite e-mail per «mancato rispetto dei Termini e condizioni».

L’errore di Glovo: denuncia Sebastian Galassi, morto sul lavoro

Si tratta di un errore per cui l’azienda si è già scusata ma che evidenzia ancora una volta il modo poco etico in cui vengono trattati i rider dalle aziende come Glovo e denuncia la scarsa attenzione per le condizioni di lavoro dei rider, spesso disumane. Glovo ha telefonato alla famiglia di Sebastian spiegando che quel messaggio era stato «inviato per errore» in quanto l’account di Sebastian è stato sospeso da terzi per proteggere la sua identità. «Il messaggio è partito in automatico», ha sostenuto Glovo e inoltre, come racconta Mirella Bilenchi, zia di Sebastian, Glovo ha «promesso di inviare un contributo per le spese del funerale». Glovo non ha chiarito nella mail quale clausola dei Termini e condizioni avesse violato Sebastian, è probabile che però sia stato licenziato a causa della mancata prestazione.

Sulla morte di Sebastian Galassi e la vicenda del suo licenziamento è intervenuto anche Davide Serafin, denunciando in una serie di tweet le modalità del licenziamento stesso, ridotto a una «decisione unilaterale automatizzata» e sostenendo il diritto dei rider e dei lavoratori digitali a essere «tutelati dal rischio di infortuni, avere la possibilità di conoscere cosa ha determinato la decisione automatica e di avere un contatto umano, un referente aziendale che possa raccogliere la contestazione alla decisione dell’algoritmo».

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