Gli autisti Flixbus trattati come criminali dalla polizia francese: Non sapevano di avere dei migranti a bordo
12/03/2019 di Gaia Mellone
Ammanettati, perquisiti e tenuti in cella, trattati come dei criminali. Ma erano solo due autisti filixbus. La denuncia di Gabriele Giani e Mario Catani ha scandalizzato la Cgil di Genova che avverte «Un trattamento vergognoso e assurdo lo segnaleremo al Governo affinché intervenga con una protesta formale». I due conducenti sono stati bloccati dalla polizia francese perché trasportavano dei migranti irregolari.
Autisti Flixbus bloccati e portati in caserma: «Un controllo di routine si è trasformato in un incubo»
Gabriele Giani e Mario Catani hanno ricostruito con Repubblica le terribili ore passate nelle mani della polizia francese. Nell’intervista spiegano che il bus partito da Firenze e diretto a Barcellona, era stato fermato per dei controlli di routine sabato notte intorno alle 23, poco dopo aver passato il confine di Ventimiglia. Nulla di strano: è il tratto in cui la gendarmeria esegue i controlli. Solitamente, spiegano i due autisti, la polizia sale, controlla i documenti e se trova qualcuno di irregolare lo fa scendere, mentre il bus continua il suo viaggio. Stavolta però non è andata così: «Sabato i gendarmi erano nervosi, uno in particolare urlava contro tutti» dice Catani a La Repubblica. Fatto sta che la polizia individua 4 persone pachistane irregolari, probabilmente un unico nucleo familiare. Tutti sprovvisti dei visti necessari per entrare in Francia.
Quello che è successo dopo è stato definito dall’autista come un «sequestro» il bus è rimasto bloccato per ore, mentre i passeggeri cominciavano a innervosirsi e qualcuno a lamentarsi. C’era anche un bambino di due anni. Gli autisti raccontano che solo alle due e mezza sono stati scortati fino all’aeroporto di Nizza, dove i passeggeri sono stati fatti scendere, e i due conducenti ammanettati. «Ci hanno perquisito e tolto tutti gli effetti personali, anche i cellulari. Ci hanno dato un foglio dove era scritto che potevamo fare una telefonata ma non ci è stato concesso. Per fortuna avevamo avvisato i nostri colleghi del gruppo Whatsapp» continua Catani ricostruendo l’accaduto a La Repubblica. Da lì è cominciato quello che Catani ha definito un incubo: i due sono stati chiusi in due celle separate, impedendogli di parlare tra loro. «Né acqua né cibo» e poi il trasporto all’alba in una caserma, dove fino alle 15 i due sono rimasti in «in una cella che puzzava di urina, neppure un bicchiere d’acqua da bere».
Autisti Flixbus come criminali: «Non è nostra competenza capire se i passaporti sono falsi»
Al momento del rilascio gli è stato detto che erano sospettati di aver favorito l’immigrazione illegale. «Roba da pazzi, mica siamo poliziotti, non siamo in grado di capire se un passaporto o un visto sono validi» commenta Catani nell’intervista. L’autista spiega anche che prima di lasciarli andare gli è stato detto se in futuro avessero trovato altri clandestini su un loro bus avrebbero rischiato un anno e mezzo di galera. «La nostra società ha avvertito la Farnesina e il consolato a Nizza. Non è possibile che trattino in questo modo dei lavoratori»e dei passeggeri, prosegue Catani. In sua difesa anche Andrea Gamba, segretario della Filt Cgil di Genova: «L’unico compito che spetta all’autista è quello di far salire a bordo persone con un documento. Ma noi non abbiamo né le conoscenze né le competenze per capire se passaporti o visti siano regolari o fasulli. È la polizia che deve accertarlo, non chi guida un pullman». Il sindacato ha fatto sapere che segnalerà quanto accaduto al governo affinché intervenga protestando formalmente.
(credits immagine di copertina: Photo: Horst Galuschka/dpa/Horst Galuschka dpa)