Giulio Gallera: «Firmerei di nuovo quella delibera sulle Rsa»

23/04/2020 di Enzo Boldi

Lo rifarebbe, «per il bene dei suoi concittadini». Giulio Gallera non torna sui propri passi e difende la sua firma sulla delibera che ha dato il via libera alle Rsa lombarde di ospitare pazienti affetti da Covid-19. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha detto che, anche oggi – alla luce di quello che è accaduto -, metterebbe di nuovo la firma su quel documento, sottolineando come «tanto, purtroppo, i decessi sul territorio sono stati tanti».

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«In riferimento alle polemiche che sono sorte dopo, forse sarebbe stato meglio lasciare che oltre 150 persone non trovassero un posto letto in ospedale, tanto purtroppo i decessi sul territorio sono stati tanti, e io oggi sarei meno sotto le polemiche – ha detto polemicamente Giulio Gallera a 7 Gold -. Però, visto che sono un amministratore che ha come unico obiettivo quello di salvare la vita alla persone, io quella delibera la rifarei». Nessun passo indietro, nonostante le indagini e il numero elevatissimo di decessi registrati al Pio Albergo Trivulzio e in altre strutture Rsa.

Giulio Gallera difende la sua firma sulla delibera per le Rsa

Il caso delle Rsa, come testimoniano le pagine di cronaca nazionale, non è un’esclusiva della Regione Lombardia. Molti decessi, infatti, sono stati registrati in tutto il Paese. Ma il caso lombardo, visto quel che è successo – con numeri di gran lunga superiore – ha provocato maggior risalto. Il tutto è oggetto di verifiche da parte della magistratura. Ad acuire ancor più la situazione, c’è stata la presa di posizione di Attilio Fontana che ha scaricato la responsabilità su Ats.

Le accuse ad Ats

E sulla stessa lunghezza d’onda sembra viaggiare Giulio Gallera: «I controlli ci sono stati e le Ats avevano il compito di sorvegliare. Ora stiamo andando a verificare situazione per situazione. È chiaro che, forse, quello delle Rsa è un modello che per la gestione dei pazienti Covid  non aveva le capacità di farlo». È chiaro, ora.

(foto di copertina: da Aforà, Rai 3)

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