Fazio chiede cosa è andato storto e Gallera risponde che la Lombardia ha retto benissimo

L’assessore al Welfare della regione Lombardia Giulio Gallera da Fazio a Che Tempo Che Fa ha ancora una volta difeso l’operato della regione rispetto alla gestione dell’emergenza coronavirus. L’esponente del centrodestra all’interno della giunta guidata da Attilio Fontana non ha ammesso errori nella fase di superamento del momento massimo di crisi dovuto alla diffusione del contagio. Quando infatti il conduttore Fabio Fazio ha chiesto all’assessore al Welfare della Lombardia cosa fosse andato storto in una regione che conta oltre 11mila vittime (la metà rispetto a quelle su tutto il territorio nazionale) e che continua ad avere problemi (tra cui quello delle RSA), la risposta è stata spiazzante: «La Lombardia – ha detto Gallera – ha retto benissimo».

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Gallera da Fazio e lo stato della regione Lombardia nell’emergenza coronavirus

Una risposta generica è arrivata anche sul caso delle RSA e sulle tante morti all’interno di quelle strutture. Oltre alle inchieste che stanno riguardando il Pio Albergo Trivulzio e altre case di cura per anziani, sotto la lente d’ingrandimento è finita anche la richiesta della regione Lombardia di trasferire alcuni pazienti Covid-19 in strutture RSA che avessero dei requisiti particolari. Fabio Fazio sottolinea che, negli stessi giorni in cui il governo chiedeva ai nipoti di non andare a trovare i nonni, era arrivata la famosa delibera della Lombardia: «Abbiamo dovuto farlo per dare nuovi posti – ha spiegato Gallera -, ma le persone ricoverate non erano nelle stesse stanze, ma in padiglioni appositi».

Infine, i dubbi sulla cosiddetta fase 2, quella della ripartenza. In questo senso, infatti, Gallera sembra non avere la stessa posizione del governatore Fontana che, solo qualche giorno fa, aveva chiesto al governo il permesso di riaprire tutte le attività il prossimo 4 maggio, senza ulteriori rinvii: «Tutti devono avere mascherine e guanti – ha detto l’assessore – e deve essere misurata la temperatura prima di entrare al lavoro e poi c’è il tema del trasporto pubblico. Se si realizzano queste condizioni riapriamo, sennò no».

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