Parla Tria: «La corruzione non si ferma bloccando gli appalti»
09/04/2019 di Enzo Boldi
È l’uomo del momento, nel bene o nel male. Giovanni Tria, al centro di molte polemiche all’interno della maggioranza di governo, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Repubblica nella quale ha parlato della situazione economico-finanziaria del nostro Paese, di quanto sarà contenuto nel Documento di Economia e Finanza (Def) e di come Lega e Movimento 5 Stelle dovrebbero concentrarsi sulla crescita e non sui litigi elettorali in vista delle prossime elezioni europee.
Uno dei capitoli al centro dell’attenzione e della tensione tra le due anime della maggioranza è la Flat Tax, la cosiddetta tassa piatta fortemente voluta dalla Lega. Per poter inserire questo provvedimento all’interno del testo del Def, come spiega Giovanni Tria, sarà obbligatorio rimanere all’interno dei paletti della finanza pubblica predisposti proprio dal documento di Economia e Finanza. Il provvedimento costerebbe tra i 12 e i 15 miliardi di euro e per trovare tutte le coperture sarà necessario un taglio asimettrico della spesa pubblica.
Giovanni Tria e il monito sul codice degli appalti
Una parte molto interessante dell’intervista di Giovanni Tria riguarda il codice degli appalti: «Gli investimenti devono ripartire, non bloccando gli appalti. Ovviamente si deve contrastare la corruzione, ma non bloccando tutto quanto. Le norme devono prima di tutto guardare alla fisiologia del sistema e poi affrontare eventuali patologie». In sintesi, non si può bloccare il tutto a prescindere per paura di infiltrazioni e reati vari, ma bisogna portare avanti gli investimenti ed evitare qualsiasi tipo di corruzione.
La maggioranza deve rimanere unita
Infine il richiamo all’unità di Lega e Movimento 5 Stelle, con un obiettivo comune che deve essere la crescita del nostro Paese in un momento di difficoltà: «L’importante è che ci sia una sintesi dei programmi e che alla fine porti a una crescita – ha spiegato Giovanni Tria a La Repubblica -. Le sensibilità sono diverse, ma non è detto che queste differenze si oppongano alla crescita».
(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)