Per Gianni Alemanno il colpevole degli assembramenti del 2 giugno è Giuseppe Conte

Una foto dall’alto, con il lungo tricolore che si sviluppa lungo via del Corso a Roma. È l’immagine scelta dall’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno per documentare sul suo profilo Twitter la manifestazione del centrodestra unito in piazza il giorno del 2 giugno, data legata alla Festa della Repubblica. In queste ore, Giorgia Meloni e Matteo Salvini (parzialmente anche il forzista Antonio Tajani) sono stati accusati di essersi resi responsabili di un assembramento evitabile, soprattutto dopo settimane di lockdown e senza alcun rispetto per le regole di distanziamento che avrebbero dovuto animare anche le manifestazioni pubbliche.

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Gianni Alemanno e la responsabilità di Conte per gli assembramenti

Queste ultime, infatti, sono consentite – secondo le disposizioni emesse dal ministero dell’Interno – in forma statica, rispettando le regole di distanziamento e con la cura di indossare la mascherina. Scene che non abbiamo visto nel corso della manifestazione del centrodestra il 2 giugno. Ma Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, ha ben chiaro chi, secondo lui, sia il responsabile di quanto accaduto per le strade della Capitale. Ma il colpevole, come lui stesso lo definisce, non ha nulla a che vedere né con Giorgia Meloni, né con Matteo Salvini.

Secondo l’ex sindaco di Roma, il colpevole degli assembramenti è Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio. Perché in tanti vogliono manifestare contro il suo governo. Insomma, il premier – nell’ottica di Alemanno – non soltanto sarebbe responsabile di una linea politica ritenuta insoddisfacente, ma anche dei cittadini che hanno violato disposizioni che i suoi uffici hanno emanato. Una sorta di serpente che si morde la coda poco convincente.

Del resto, imputare a Giuseppe Conte la responsabilità degli assembramenti sembra essere una sorta di mantra che, soprattutto sui social network, stanno ripetendo coloro i quali vogliono difendere la manifestazione del centrodestra del 2 giugno, nonostante la violazione delle regole. Il gesto della disubbidienza civile e, di conseguenza, dell’attribuzione delle responsabilità alle autorità e alle istituzioni è stata una scusa molto utilizzata nelle risposte di utenti dei social network vicini alla sensibilità della manifestazione del 2 giugno. Con buona pace della responsabilità individuale.

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