La Germania sta per multare Telegram per aver favorito la propaganda neonazista
Messaggistica pericolosa, con diversi gruppi che utilizzano l'app per comunicazioni vietate
15/06/2021 di Gianmichele Laino
Se c’è una cosa di cui Pavel Durov si vanta sempre è che Telegram sarà sempre fuori dal radar delle legislazioni degli stati. Tuttavia, la Germania potrebbe per la prima volta sovvertire questo assunto, dal momento che – secondo alcune fonti consultate dal quotidiano Der Spiegel – il ministero della Giustizia tedesco ha già inviato alcune comunicazioni che annunciano una possibile violazione delle norme che, dal 2017, regolano il funzionamento dei social network nel Paese.
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Germania multa Telegram per le chat dei neonazisti
Nel 2017, infatti, la Germania decise di estendere il divieto di propaganda neonazista e negazionista dell’olocausto anche alle reti sociali, come Facebook, Twitter, Instagram e – negli anni successivi – anche TikTok. Al momento, vista la portata che Telegram ha nel Paese, il servizio di messaggistica di Pavel Durov è considerato alla stregua degli altri colossi del web, con lo stesso tasso di diffusione e con lo stesso effetto di amplificazione del messaggio.
Telegram, secondo lo stato tedesco, non avrebbe in alcun modo fornito ai suoi utenti la possibilità di presentare dei ricorsi nel momento in cui alcuni dei suoi contenuti violino non soltanto le policy della community, ma anche – come nel caso dei gruppi neonazisti – le leggi dello Stato. Inoltre, sempre secondo il ministero della Giustizia di Berlino, Telegram non avrebbe indicato un referente di stanza in Germania, che potesse avviare una interlocuzione con le istituzioni locali. Il rischio di una sanzione che può arrivare anche a 55 milioni di euro sembra essere molto concreto.
Il problema consiste tutto nella protezione che Telegram garantisce ai suoi utenti. In Italia, lo si può toccare con mano quando si naviga nei gruppi con contenuti a sfondo sessuale, spesso vero e proprio veicolo di reati di revenge porn (tutti ricordano, ad esempio, il caso della famosa “Bibbia”). In Germania, i contenuti principalmente veicolati sono quelli di propaganda di ultradestra. Alcuni movimenti hanno in Telegram un vero e proprio canale privilegiato, impossibile da controllare e da verificare, soprattutto quando si tratta di gruppi in cui gli iscritti possono ricevere del materiale senza per questo interagire con il resto dei componenti dei gruppi stessi. Una situazione che rende molto complesso il monitoraggio di questi stessi gruppi che sono pertanto liberi di diffondere contenuti a sfondo razzista, antisemita e fortemente violento.
Nei mesi scorsi, ad esempio, abbiamo assistito alla strage di Kazan portata avanti da Ilnaz Galjaviev, che proprio su Telegram diffondeva messaggi d’odio e – addirittura – si era immortalato prima di commettere l’efferato delitto. Il servizio di messaggistica non tutela dalla violenza e la Germania, ora, sta provando a comminare una sanzione esemplare per costringerlo a cambiare registro.