Il leghista Forcolin si chiede perché lui è fuori dalle liste per il bonus mentre Fontana è ancora al suo posto

Intervista del vicepresidente del Veneto a Repubblica

13/08/2020 di Gianmichele Laino

Non è soltanto una questione morale, quella della Lega, relativamente al bonus partite iva che alcuni suoi esponenti – sia a livello nazionale, sia a livello locale – hanno richiesto nel corso dell’emergenza coronavirus. Alcuni hanno avuto accesso alla misura da 600 euro prevista per le partite iva in difficoltà, altri l’hanno solo richiesta senza però incassarla. Altri ancora se ne sono accorti e hanno donato tutto in beneficenza. Gianluca Forcolin, vicepresidente del Veneto, dice che della questione si è occupato il suo studio e che, in ogni caso, non ha percepito il bonus. A chi gli chiede le dimissioni per il ruolo politico che ricopre risponde: «Perché dovrei essere escluso dalle liste io, mentre Fontana è ancora al suo posto?». Un inedito Forcolin contro Fontana, insomma, riportato da Repubblica all’inizio dell’intervista esclusiva rilasciata dal vicepresidente Veneto.

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Forcolin contro Fontana: «Lui è al suo posto e io devo essere escluso dalle liste?»

Insomma, Forcolin sembra riconoscere che l’affare sui camici della Regione Lombardia, per il quale Attilio Fontana (governatore della Lega) risulta indagato, sarebbe molto più grave della questione bonus Covid che, pur essendo moralmente discutibile, rappresenta in ogni caso una operazione che rientra nella legalità. E la questione del bonus non sarebbe sufficiente a provocare la sua uscita dalle liste per le prossime elezioni regionali in Veneto, come in un primo momento (ovvero, fino alla parziale marcia indietro di ieri) Zaia aveva paventato.

Anche perché Gianluca Forcolin, che dice di non essersi occupato direttamente della vicenda, ma di esserci finito dentro quando si è iniziato a parlare di politici che hanno preso il bonus, non ritiene che il punto sulla questione sia stato individuato. Visto che a richiedere il bonus sarebbe stato il suo studio, ritiene che se dovesse passare la linea morale che si sta impostando in queste ore, il messaggio sarebbe che nessuna attività dove da qui in avanti lavorerà potrà chiedere aiuti pubblici.

Forcolin contro Fontana fa emergere i dissapori interni alla Lega

Ma il riferimento a Fontana è ancora più forte. Il presidente della Lombardia risulta tra gli indagati per la questione dei camici. Un discorso diverso dall’accesso a un bonus previsto dalla legge. E questo dito puntato porta alla luce anche quelle differenze interne alla Lega che sembra stiano emergendo sempre più evidenti, soprattutto dopo la gestione dell’emergenza coronavirus. Da un lato c’è Luca Zaia con i suoi fedelissimi e poi ci sono tutti gli altri. Che sia questa la resa dei conti per portare in superficie delle questioni che, fino a questo momento, erano state più o meno sepolte all’interno del partito?

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