Ci sono degli europarlamentari italiani in prima fila per capire cosa farà la UE con i FLoC

La sperimentazione con Google Chrome negli Stati Uniti e in Asia. Un modo per aggirare i cookies che, però, sembra andare contro le regole europee

07/05/2021 di Enzo Boldi

La pubblicità è l’anima del commercio, anche su internet. Per questo motivo si parla spesso e volentieri di come le piattaforme utilizzino i dati degli utenti (non solo sui social, ma anche nelle abitudini di navigazione) per una profilazione che porta ad “annunci” mirati. Si è parlato per molti anni dei Cookie, ma ora la nuova polemica riguarda il modo in cui Chrome starebbe provando ad aggirare le normative vigenti puntando tutto sui FLoC Google. E ci sono tre europarlamentari della Lega che hanno preso a cuore questa vicenda, chiedendo all’Unione Europea se la contromossa per regolamentare anche questa novità sia pronta.

LEGGI ANCHE > C’è la possibilità di capire se sei parte dell’esperimento di Google sui FloC

Per il momento, come si legge nell’interrogazione scritta firmata dagli europarlamentari leghisti (Alessandra Basso, Silvia Sardone, Marco Campomenosi) che fanno parte del gruppo Identità e Democrazia, FLoC Google è in fase di test nel mercato americano e asiatico. In Europa, per il momento, ancora non ve ne è traccia anche se da mesi se ne discute. Ma di cosa si tratta? La risposta viene fornita dalla stessa Google attraverso una nota pubblicata sul suo blog nel gennaio scorso:

«Creando simulazioni basate sui principi definiti nella proposta FLoC di Chrome (Federated Learning of Cohorts), i team pubblicitari di Google hanno testato questa alternativa per la privacy ai cookie di terze parti. I risultati indicano che quando si tratta di generare segmenti di pubblico basati sugli interessi, FLoC può fornire un segnale sostitutivo efficace per i cookie di terze parti. I nostri test di FLoC per raggiungere i segmenti di pubblico di Google in-market e di affinità mostrano che gli inserzionisti possono aspettarsi di vedere almeno il 95% delle conversioni per dollaro speso rispetto alla pubblicità basata sui cookie. Il risultato specifico dipende dalla forza dell’algoritmo di clustering utilizzato da FLoC e dal tipo di pubblico raggiunto». 

Insomma, si raggruppano – virtualmente – gruppi di persone in base agli interessi che si palesano nelle loro ricerche fatte attraverso il motore di ricerca sul browser Google Chrome. Il gigante del tech sta “vendendo” questa operazione come un segnale sostituire il tracciamento dei cookie di terze parti, ma la realtà – per come viene descritta dall’azienda stessa – sembra essere molti simile a quello stesso sistema, già regolamentato.

FLoC Google, l’interrogazione alla UE dei tre europarlamentari italiani

Ed è per questo motivo che l’interrogazione presentata dai tre europarlamentari della Lega sembra essere molto coerente e in linea con l’impegno preso dall’Unione Europea nei confronti della tutela e la protezione dei dati di navigazione dei cittadini. Nel testo della richiesta, infatti, si fanno tre domande precise:

  • È a conoscenza di questo caso?
  • Se questo sistema di monitoraggio fosse utilizzato in generale, tali tecnologie sarebbero consentite ai sensi della legislazione dell’UE?
  • Se considera o meno tali tecnologie come un modo per aggirare la legislazione esistente progettato per contrastare il monitoraggio degli utenti mediante cookie, a loro insaputa?

Domande legittime, visti i recenti report che hanno preso in oggetto la situazione in America e in Asia. Si parla, infatti, di un’analisi pubblicitaria – tramite profilazione delle abitudini su internet – che avrebbe coinvolto (a loro insaputa) circa il 5% degli utenti che utilizzano il browser Chrome. Un fenomeno allargato e che si distribuisce in “coorti” che variano continuamente. L’Europa è pronta a verificare la legittimità dei FLoC Google? È pronta a prendere provvedimenti? Si attende una risposta all’interrogazione scritta, presentata lo scorso 20 aprile.

 

Share this article
TAGS