Ma veramente Meloni è stata attaccata solo dai soliti “4 gatti” per aver portato la figlia a Bali?

In tanti sostengono che la Presidente del Consiglio stia "facendo la vittima", visto che gli attacchi sarebbero stati pochi e circoscritti. Ma non è così.

17/11/2022 di Enzo Boldi

L’opinione pubblica si è concentrata (troppo) sul viaggio della Presidente del Consiglio in Indonesia per partecipare al summit (condita da incontri bilaterali) del G20 che si è concluso nelle scorse ore a Bali. Ma non sui temi oggetto delle riunioni tra i 20 leader, ma per il fatto che la figlia di Giorgia Meloni avesse seguito la madre in quel viaggio. Polemiche a cui la stessa numero uno del governo italiano ha replicato piccata. Ma cosa ha provocato questa reazione? Una contro-reazione da parte di chi sostiene che gli attacchi siano stati pochi e circoscritti. Insomma, si accusa Giorgia Meloni di aver “fatto la vittima” su un qualcosa che non è realmente accaduto. Ma le cose sono andate veramente così?

LEGGI ANCHE > Il tempismo di Salvini che invita Musk a investire in Italia quando sta licenziando negli Usa

Partiamo dai fatti. La piccola Ginevra (6 anni, figlia di Giorgia Meloni e Andrea Giambruno) è andata a Bali con la madre. Insomma, una figlia che ha seguito la mamma impegnata in un evento istituzionale. E tutto ciò ha provocato una polemica non solo sui social a cui la stessa Presidente del Consiglio ha voluto rispondere ieri con una nota ufficiale condivisa anche attraverso i suoi canali social:

«Mentre torno a casa dalla due giorni di lavoro incessante per rappresentare al meglio l’Italia al G20 di Bali, mi imbatto in un incredibile dibattito sul fatto che sia stato giusto o meno portare mia figlia con me mentre andavo via per quattro giorni. La domanda che ho da fare agli animatori di questa appassionante discussione è: quindi ritenete che come debba crescere mia figlia sia materia che vi riguarda? Perché vi do una notizia: non lo è. Ho il diritto di fare la madre come ritengo e ho diritto di fare tutto quello che posso per questa Nazione senza per questo privare Ginevra di una madre. Spero che questa risposta basti per farvi occupare di materie più rilevanti e vagamente di vostra competenza».

Insomma, la controffensiva è arrivata con una nota sferzante di accusa nei confronti di chi ha deciso di criticare la scelta di portare con sé a Bali la figlia di 6 anni.

Figlia Meloni a Bali, la stampa che l’ha attaccata

Dopo questa nota, in particolare sui social, in tanti stanno sostenendo che Giorgia Meloni stia “facendo la vittima” e che gli attacchi siano stati circoscritti. Insomma, provenienti da poche persone. Ma le cose sono andate diversamente. Nelle ultime ore, per esempio, è diventato virale uno spezzono de L’Aria Che Tira – la trasmissione in onda su La7, condotta da Myrta Merlino – in cui il giornalista ed ex parlamentare Furio Colombo si è lanciato in un parallelismo tra la figlia Meloni e i bambini morti nelle tragedie in mare.

Ma, prima di Furio Colombo, il tema era finito già all’attenzione di alcuni quotidiani generalisti italiani. E non parliamo di una stampa di “secondo livello” (per numero di lettori o visualizzazioni), ma di due dei principali giornali nostrani. Prima l’articolo pubblica da La Stampa a firma Assia Neumann Dayan. Questi alcuni dei passaggi:

«Sono piuttosto certa che Meloni non avrebbe problemi a colloquiare con la Cina mentre aiuta Ginevra a fare le sottrazioni, sperando che non confonda le parti. Tutte le mamme lo fanno, lo fa anche lei. Certo, io se fossi in lei mi farei questi tre giorni a Bali tra adulti, figlia mia scusami ma mamma sta salvando l’Italia, se hai bisogno chiedi a papà, torno presto, lavati i denti».

Vogliamo non parlare di “attacco”? Bene, sicuramente si tratta di una voce critica rispetto al viaggio della figlia Meloni a Bali al seguito della madre, pubblicata da uno dei principali quotidiani italiani. E non c’è solo La Stampa, perché anche sul quotidiano La Repubblica è stato pubblicato un articolo, firmato Claudia De Lillo, in cui venivano asseriti alcuni aspetti “critici”. Come questi:

«Perché quindi, in quei quasi quattro giorni che richiedono ogni energia mentale, fisica ed emotiva di un capo di Stato, Giorgia Meloni ha scelto di prendere su di sé il carico – gratificante, inevitabile, pesantissimo – di una figlia al seguito? Non per passare con lei del tempo di qualità che difficilmente è contemplato dal protocollo. Non per mancanza di alternative familiari o professionali deputate al temporaneo accudimento. E allora perché? Probabilmente lei, che ricordiamo «donna, madre e cristiana», ritiene che la vicinanza alla figlia sia prioritaria, perché la presenza materna è un valore non negoziabile, anche quando lo Stato richiede alla propria leader 48 ore di coinvolgimento e attenzione assoluti».

Anche in questo caso, possiamo parlare di “critiche” al posto di “attacchi”. Ma la sostanza non cambia.

Cosa c’è di sbagliato

Da tutto ciò abbiamo voluto rimuovere la classica dialettica dei social e concentrarsi solamente sugli organi di stampa. Perché definire “4 gatti” due articoli pubblicati su due dei principali quotidiani italiani (con tutta la cassa di risonanza che ne consegue, sia a livello di “cartaceo” che – soprattutto – online) e la dichiarazione ospitata da una delle principali reti televisive è sbagliato? Proprio perché non si tratta dell’iniziativa di uno/due/tre/quattro utenti anonimi su Twitter (con bandierine, mattoncini e una sequela di numeri a completare un nome fittizio), ma di testate giornalistiche che hanno anche delle regole da seguire a livello deontologico. E devono anche garantire a chi legge un’informazione reale e non di parte. Ed ecco perché non si può sicuramente dire che gli attacchi sono stati pochi e che “Meloni sta facendo la vittima”. Il problema dell’informazione italiana – sempre mantenendo illuminata la stella polare della libertà di pensiero – è il tema della priorità: era necessario far scorrere fiumi di inchiostro sulla figlia Meloni a Bali? Decisamente no.

Share this article