L’Italia ha mai realmente posto le basi per vietare le robocall?

Il registro delle opposizioni è stato un tentativo in questo senso, ma a volte è privo di efficacia. Ecco perché - anche con il supporto del Garante - c'è stato il ricorso a tecniche di tipo "analogico"

09/02/2024 di Gianmichele Laino

Quando è in corso un tentativo di truffa, per prima cosa si cerca una tutela generale, che possa essere messa in campo direttamente dallo stato. Poi, eventualmente, ci si concentra sull’attività di prevenzione, legata al miglioramento dei comportamenti delle persone, che – nel caso di copertura normativa – possono agire proattivamente, sentendosi protette dallo stato, per denunciare i comportamenti irregolari. Come si fermano, dunque, le robocall in Italia in questo periodo storico?

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Fermare le robocall in Italia, il ruolo delle istituzioni

Abbiamo visto come, nel corso degli ultimi anni, ci sia stata molta attenzione – per quanto riguarda l’ecosistema Paese – sul registro delle opposizioni. In un altro articolo del nostro monografico di oggi, abbiamo spiegato perché in realtà stia rappresentando un grande flop: nonostante l’iscrizione alla piattaforma, i cittadini continuano a essere raggiunti da telefonate indesiderate. Dal punto di vista legislativo, dunque, non c’è stato un intervento ad hoc nei confronti delle robocall, ma ci si è limitati al registro delle opposizioni – che prevede dei tempi burocratici estremamente lunghi per avere una efficacia e, quindi, non risponde alle reali esigenze dei cittadini – e a un codice di condotta sul telemarketing che, come tutti i provvedimenti di questo tipo, espone troppo i cittadini alla libera iniziativa degli operatori che dovrebbero, al contrario, applicare il codice di condotta stesso.

Per questo motivo, è apparso necessario l’intervento – ad esempio – del Garante della Privacy. Non ritenendo sufficiente il livello di automazione promesso dal registro delle opposizioni (che avrebbe dovuto essere in grado di bloccare automaticamente le chiamate verso i numeri, fissi o mobili, iscritti in piattaforma), ha messo a disposizione dei cittadini una piattaforma per ricevere delle segnalazioni sul telemarketing indesiderato. Che comprende, dunque, anche le cosiddette robocall.

Attraverso questa piattaforma, dunque, è possibile – in maniera proattiva – segnalare la violazione del registro delle opposizioni da parte dell’operatore, sfruttando anche il fatto che, per legge, al Garante della Privacy deve sempre essere garantito l’accesso al registro delle opposizioni stesso (di cui è direttamente responsabile, invece, la Fondazione Ugo Bordoni).

Alcuni consigli per impostare funzionalità di blocco delle robocall sul proprio smartphone

Non bisogna, però, sottovalutare la possibilità di settare i propri dispositivi – a seconda che si utilizzi un sistema operativo iOS o Android – in modo tale da bloccare le utenze da cui arrivano telefonate indesiderate: sia da parte di call center, sia da parte di operatori che sfruttano le chiamate registrate per effettuare delle comunicazioni.

Insomma, siamo ben lontani da quanto fatto dagli Stati Uniti contro le robocall, in risposta a una vicenda contingente che rischiava di avere ripercussioni sull’elettorato americano in questo 2024 di presidenziali. Tuttavia, abbiamo quella sensazione di dejà-vu: un legislatore che fatica a tenere il passo dell’innovazione tecnologica. Per ogni registro delle opposizioni (o simili), insomma, ci sarà sempre qualche operatore che, sfruttando l’evoluzione delle piattaforme, riuscirà ad aggirare le regole.

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