Meta rende esplicito che Facebook e Instagram non stanno minacciando di lasciare l’Europa

La nota sul blog ufficiale di Markus Reinisch, vicepresidente con delega per l'Europa, mette in chiaro i rumors dei giorni scorsi

09/02/2022 di Gianmichele Laino

Chiariamo una cosa: la stampa di mezza Europa non ha inventato la velata minaccia di Meta – la società che possiede Facebook e Instagram – di lasciare il Vecchio Continente se non verranno aggiornate le leggi che, al momento, proteggono la cosiddetta sovranità del dato e che mettono ostacoli nella condivisione dei dati personali degli utenti europei in database che si trovano negli Stati Uniti. C’è un report di Meta alla Securities and Exchange Commission (SEC) in cui si accenna a questo passaggio: «Se non siamo in grado di trasferire i dati tra i paesi e le zone in cui operiamo, o se ci viene impedito di condividere i dati tra i nostri prodotti e servizi, ci potrebbero essere conseguenze sulla capacità di fornire i nostri servizi, il modo in cui forniamo i nostri servizi o la nostra capacità di indirizzare gli annunci. Probabilmente non saremo in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più significativi, tra cui Facebook e Instagram, in Europa». Nell’immediatezza della diffusione dell’informazione, in verità, Meta ha contattato le testate che hanno parlato di minaccia della società di lasciare l’Europa, ridimensionando i toni di questa informazione. Nella giornata di ieri, inoltre, il vicepresidente di Meta con delega all’area del Vecchio Continente, Markus Reinisch, ha reso ancora più esplicito l’assunto.

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Facebook lascia l’Europa? La nota che allontana questa ipotesi

“Meta non sta assolutamente minacciando di lasciare l’Europa” – è il titolo della nota sul blog ufficiale di Meta a firma del vicepresidente. Quest’ultimo ha voluto chiarire alcuni passaggi: «La stampa – ha scritto – ha riportato che stiamo “minacciando” di lasciare l’Europa a causa dell’incertezza sui meccanismi di trasferimento dei dati UE-USA. Questo non è vero. Come tutte le società quotate in borsa, siamo legalmente tenuti a rivelare i rischi materiali ai nostri investitori. La scorsa settimana, come abbiamo fatto nei quattro trimestri finanziari precedenti, abbiamo rivelato che la continua incertezza sui meccanismi di trasferimento dei dati UE-USA rappresenta una minaccia per la nostra capacità di servire i consumatori europei e di gestire la nostra attività in Europa».

Un modo simile di dire la stessa cosa, ma con un titolo diverso, insomma, che denota un aspetto: se prima la frase poteva suonare come una minaccia che – magari nelle intenzioni di qualcuno – avrebbe messo in allarme i governi europei, le istituzioni di Bruxelles e tutti coloro che hanno interessi nel proseguire una proficua collaborazione con un gigante del tech come Meta, questa nota spazza via ogni dubbio, avendo anche rilevato la società di Menlo Park come l’accoglienza di questa minaccia sia stata davvero debole nei governi di mezza Europa. In alcuni Paesi, la dichiarazione non è stata nemmeno commentata, mentre Francia e Germania non hanno nascosto persino un velo di possibile soddisfazione se Meta avesse avuto davvero l’intenzione di lasciare l’Europa (il riferimento è alla dichiarazione dei ministri dell’economia di Parigi e di Berlino, Robert Habeck e Bruno Le Maire). Il ministro francese ha addirittura alzato il livello dello scontro, dicendo che Facebook deve capire che l’Unione Europea resisterà e affermerà la sua sovranità.

Parole del genere sono state un vero pugno in un occhio per Meta, che ha subito cercato di correre ai ripari. «Non abbiamo assolutamente alcun desiderio di ritirarci dall’Europa; ovviamente no» – è il messaggio che il vicepresidente Reinisch vuole far passare. Ma, nelle stesse righe, si chiede che le leggi europee sul trasferimento di dati debbano cambiare. E allora si passa da una possibile minaccia sull’abbandono del mercato a una richiesta esplicita di cambiamento delle leggi di diversi Stati da parte di un’azienda privata. E visto che le aziende private dovrebbero operare nel rispetto delle leggi esistenti (e non come se quelle leggi potessero essere modellate a loro uso e consumo), ci si chiede: quale delle due affermazioni è peggiore?

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