Due whistleblower dicono che Facebook ha fuorviato gli investitori su clima e Covid-19

Le accuse sono state riportate dal Washington Post, grazie al lavoro dell'associazione che si occupa di difendere Frances Haugen

18/02/2022 di Gianmichele Laino

La modalità ricorda da molto vicino quella che ha dato il via al clamore suscitato dalle denunce di Frances Haugen, la whistleblower che per prima ha denunciato come l’allora Facebook Inc. non avesse preso sufficientemente in considerazione i report interni relativi ai problemi di comportamento delle adolescenti nell’utilizzo di Instagram. Due altri whistleblower hanno denunciato casi in cui Meta sarebbe stato fuorviante con i suoi investitori in merito ai risultati ottenuti nella lotta alla disinformazione sul cambiamento climatico e sul Covid-19. La denuncia è stata raccolta dalla Fondazione Whistleblower Aid e dal team legale che sta supportando Frances Haugen e sono state pubblicate – ancora una volta – sul Washington Post.

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Facebook fuorviante su covid e clima, le accuse di due whistleblower

Secondo queste denunce, fino allo scorso anno, Facebook non avrebbe avuto una politica chiara in merito alle fake news sul cambiamento climatico, nonostante avesse assicurato ai suoi investitori di fare di tutto per fronteggiare quella che si stava per configurare come una vera e propria crisi globale. Inoltre, l’altra denuncia sottolinea come – mentre Facebook stava pubblicamente informando i propri utenti sulle sue policies contro la disinformazione da Covid-19 – alcuni report interni mostravano un quadro molto diverso rispetto a queste dichiarazioni.

Ovviamente, il Washington Post ha contattato Meta per avere una risposta rispetto alle accuse che vengono presentate da questi due informatori. In una nota, il portavoce di Meta Drew Pusateri ha dichiarato: «Non ci sono soluzioni valide per tutti per fermare la diffusione della disinformazione, ma ci impegniamo a costruire nuovi strumenti e nuove politiche per combatterla». Nel frattempo, tuttavia, queste denunce – che si basano anche su quanto affermato da Frances Haugen nella sua passata audizione al Congresso – sono state presentate alla Securities and Exchange Commission negli Stati Uniti.

Le accuse sulla disinformazione a proposito di Covid e clima

Le accuse rispetto alle pecche sulla disinformazione sul cambiamento climatico mostrano come un contenuto negazionista su Facebook abbia raggiunto i 6,6 milioni di visualizzazioni, mentre la consapevolezza intorno alla pagina informativa del social network contro le bufale sul cambiamento climatico era molto bassa tra gli utenti. Questi aspetti sarebbero stati noti all’azienda, dal momento che vengono citati report di alcuni dipendenti che sostenevano di potere e dovere fare di più per combattere la disinformazione sul cambiamento climatico, anche perché Facebook sarebbe la seconda fonte più comune per notizie relative a questo topic. Secondo il portavoce di Facebook, al contrario, la disinformazione sul cambiamento climatico rappresenterebbe una percentuale molto bassa dei contenuti dell’azienda, aumentando soltanto in concomitanza con fenomeni meteorologici estremi.

Per quanto riguarda, invece, la disinformazione sul Covid-19, un documento interno avrebbe mostrato che, nell’aprile 2020, un aumento del 20% degli utenti che segnalavano e visualizzavano contenuti falsi o fuorvianti sull’argomento. Un sondaggio interno a Facebook avrebbe rivelato, inoltre, che una persona su tre, negli Stati Uniti, ha affermato di aver visualizzato informazioni fuorvianti o false relative al covid e al voto. Il tutto mentre Facebook stava sottolineando le sue contromisure e il suo fact-checking relativamente a contenuti di disinformazione sulla pandemia.

Al momento, la Securities and Exchange Commission – che è stata depositaria di queste denunce – non ha commentato sul loro stato di avanzamento.

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