Facebook ha promesso internet gratis per i paesi in via di sviluppo ma alcuni utenti si sono visti addebitare il costo

Il Wall Street Journal ha potuto visionare una serie di documenti che spiegano perché l'internet gratis che era stato promesso è stato invece addebitato

24/01/2022 di Ilaria Roncone

Il Wall Street Journal ha visionato una serie di documenti inerenti le politiche interne di Facebook – paper che non erano stati rivelati dalla whistleblower Frances Haugen – portando alla luce una questione fondamentale: Facebook, che aveva promesso l’accesso a internet gratis per una serie di paesi in via di sviluppo, ha invece fatto pagare il servizio andando contro la sua stessa parola. La colpa, secondo quanto si legge nei documenti interni, andrebbe data a un problema del software. Il risultato è che, dopo la promessa Facebook internet gratis, molti si sono ritrovati addebiti che hanno prosciugato loro il credito.

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L’addebito a utenti che avrebbero dovuto beneficiare di internet gratis

Dai documenti visionati dal WSJ emergono tutti i problemi che ci sono stati in quello che dovrebbe essere un processo a favore dei paesi in via di sviluppo e pagato da Facebook – con il preciso intento, capiamoci, di fornire internet per allargare il suo potenziale bacino di utenti -. Sono milioni le persone interessate, nei vari paesi, dall’aiuto che Facebook ha scelto di fornire. I documenti interni all’azienda mostrano come tanti di loro hanno finito per vedersi addebitati i costi di internet di cui Facebook avrebbe dovuto farsi carico.

L’ammontare totale dei costi addebitati ingiustamente è pari a svariati milioni di dollari che gli utenti si vedevano addebitare sul piano tariffario dei loro smartphone. L’intento di Facebook era quello di attirare nuovi utenti e l’accordo era con le compagnie telefoniche di paesi come Indonesia, Filippine e Pakistan: le persone a basso reddito avrebbero dovuto poter utilizzare una versione limitata di Facebook e navigare su alcuni siti selezionati senza pagare i dati sfruttati per farlo.

Faebook internet gratis, cosa è andato storto

Nei documenti si legge che la causa del problema è un software, come riconoscono i dipendenti di Facebook Meta, sottolineando come far pagare servizi che erano stati promessi in modalità gratuita vada contro «il nostro principio di trasparenza». Le persone che avrebbero dovuto utilizzare Facebook in modalità gratuita si sono ritrovati addebitati i costi e se ne sono resi conto solo, spesso e volentieri, quando il credito residuo era ormai terminato. Dai paper emerge come Facebook sapesse di questo problema da mesi e non sia riuscito a risolverlo.

I documenti esaminati dal WSJ risalgono all’autunno 2021. Il problema è stato denominato da Facebook “leakage” e ha una precisa definizione, ovvero «quando gli utenti sono in modalità gratuita e credono che i dati che stanno utilizzando siano coperti da chi procura loro la connessione, anche se questi utenti stanno effettivamente pagando per i dati stessi». Un portavoce di Meta ha chiarito la situazione: «Abbiamo continuato a lavorare cercando di risolvere il problema che abbiamo identificato».

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