L’evoluzione dei giornali in Italia a partire dalle infrastrutture digitali

CMS di testo e CMS video sono alla base dell'informazione più vicina ai giornalisti - da un lato - e ai lettori - dall'altro

31/08/2023 di Gianmichele Laino

Si fa presto a dire Content Management System. Oggi, quando l’informazione ormai sembra essere transitata dai siti web delle varie testate alla pubblicazione diretta sui social network, percepiamo come davvero distanti i tempi in cui il passaggio dal cartaceo al digitale aveva rappresentato una novità dirompente. Il percorso è stato, tuttavia, graduale e non privo di ostacoli. E se il mondo dell’editoria digitale è quello che vediamo oggi, con le sue commodity e con la relativa semplicità di realizzare, pubblicare e distribuire un testo in formato di articolo digitale, il merito è di persone come Alessandro Vento, figura a cui Giornalettismo ha dedicato il monografico di oggi.

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Evoluzione dei CMS, in cosa l’Italia ha dato un contributo

Prima dei CMS veri e propri, le soluzioni digitali dei giornali cartacei erano rappresentate dalle cosiddette digital editions. Si trattava di applicazioni per lo sfoglio digitale di quotidiani che erano nati per essere letti sulla carta, dal vivo, appoggiati al tavolo di un bar o seduti sulla panchina di un parco. Già qui si possono intuire le prime novità che, successivamente, avrebbero caratterizzato i sistemi editoriali digitali: la navigazione all’interno di un prodotto originariamente pensato per i supporti fisici; la ricerca per categorie, per parole chiave, per articolo; la possibilità di ingrandire le immagini o i testi.

È stato sicuramente l’iPad a dare una svolta a questo nuovo modo di leggere il giornale. Tuttavia, con i CMS si è consumato un passaggio ulteriore. I giornali non erano più scritti per il cartaceo e – contemporaneamente – riportati al digitale; i giornali si iniziavano a scrivere per il digitale. Mentre un ruolo fondamentale è stato giocato da WordPress, alcune realtà più strutturate iniziavano a proporre soluzioni su misura e “proprietarie”. Il caso di Kolumbus – che è stato il CMS delle principali realtà editoriali italiane – può rappresentare bene questo concetto.

Mentre WordPress, per quanto customizzabile, presenta comunque dei limiti rispetto al rapporto con il mondo editoriale, un CMS proprietario permette di applicare delle soluzioni tecnologiche a esigenze di diversa natura. Forse è questa la lezione che ha lasciato Alessandro Vento: pensare un sistema editoriale digitale come se fosse immaginato da un giornalista che ha come obiettivo quello di informare e di far arrivare – con tempismo, messaggi visuali, linguaggi chiari – una notizia al proprio lettore.

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