Un’azione legale, la prima in Italia, contro uno dei colossi tra le piattaforme OTT. Il collecting “Artisti 7607” ha deciso di muovere un passo concreto in direzione del giusto riconoscimento economico per quel che riguarda i film trasmessi su Netflix. La questione è quella dell’equo compenso degli attori e degli interpreti cinematografici che da anni si trovano di fronte a introiti minimi rispetto ai fatturati dell’azienda che consente agli utenti – attraverso un abbonamento – di diventare spettatori cinematografici dal comodo divano di casa.
Un problema emerso nel 2021 e che entra di diritto all’interno dell’atavica questione dello strapotere delle grandi aziende tech e della loro scarsa trasparenza (come nel caso SIAE vs. Meta). Artisti 7607 ha deciso, dunque, di avviare un’azione legale per chiedere – come previsto (tra l’altro) dalla legge europea – la possibilità di contrattare l’equo compenso attori in base al fatturato (e ai dati reali) di Netflix. Giornalettismo ha approfondito questa vicenda intervistando l’attrice Cinzia Mascoli, Presidente del collecting.
Anche perché Netflix e il mondo dell’OTT ha cambiato la distribuzione cinematografica, sfruttandola al meglio utilizzando anche quella dinamica dell’abbonamento a costo ridotto per poter accedere a una libreria di titoli sconfinata. Ovviamente tutto ciò ha provocato anche dei cambiamenti per quel che riguarda il guadagno del mondo del Cinema. Ma questa battaglia è tardiva come quella sull’equo compenso degli editori e quella del diritto d’autore tra SIAE e Meta?