Elon Musk vuole un “arbitro” per lo sviluppo dell’AI
Il "capo di X" e fondatore di Tesla era una della personalità più attese al forum sull'intelligenza artificiale andato in scena a Capitol Hill
15/09/2023 di Enzo Boldi
Il rapporto tra Elon Musk e l’intelligenza artificiale è conflittuale. Almeno di facciata. Prima la decisione di investire (nel 2015) parte dei suoi fondi in OpenAI. Poi, nel 2018, la decisione di tirarsi fuori dal progetto della startup uscendo dal consiglio di amministrazione. Successivamente, mentre ChatGPT diventava di uso e consumo diffuso, l’affondo con la richiesta di uno stop di sei mesi affinché il legislatore trovasse un impianto normativo per imporre paletti e obblighi alle aziende che sviluppano prodotti basati sull’AI, prima del colpo di scena: la decisione di dare vita a un’azienda (xAI) nata per «capire l’universo». Attraverso l’intelligenza artificiale.
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Paradigmi che si racchiudono all’interno del personaggio-imprenditore di cui, ormai da tempo, Elon Musk ha deciso di indossare i panni. Sta di fatto che il peso mediatico e imprenditoriale (nell’ecosistema digitale, sempre più invasivo nella vita quotidiana delle persone) del patron di X non può essere sottovalutato e, per questo motivo, le sue parole durante l’incontro di Capitol Hill con i senatori americani (insieme ai big della Silicon Valley, tra cui Sam Altman e Mark Zuckerberg) e a margine dell’evento, erano tra le più attese.
Elon Musk vuole un “arbitro” per lo sviluppo dell’AI
Come riporta la Reuters, Musk ha sottolineato l’esigenza di avere un arbitro in grado di dirimere le questioni più delicate relative allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e del machine learning:
«Garantirebbe che le aziende intraprendano azioni sicure e nell’interesse del pubblico in generale».
Il principio, dunque, è lo stesso – anche se oggi accompagnato dalla figura di arbitro – espresso alcuni mesi fa, quando il fondatore di Tesla firmò quella lettera-appello (insieme ad altri 1.500 esperti del settore) per chiedere lo stop temporaneo allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, proprio per consentire al legislatore di predisporre norme, paletti e obblighi per uno sviluppo etico e sicuro delle nuove tecnologie basate sull’AI.
Arma a doppio taglio
Nel corso del suo intervento davanti ai senatori americani, Elon Musk non si è limitato a parlare di quali dovrebbero essere le priorità in termini di legislazione. L’imprenditore di origini sudafricane, infatti, ha sottolineato come questo “forum” potrebbe passare alla storia:
«È stato un servizio all’umanità. Questo incontro potrebbe passare alla storia come molto importante per il futuro della civiltà».
Una mitizzazione tipica del personaggio, ma abbastanza inerente a quel che è andato in scena a Capitol Hill. Il fondatore di Tesla, però, dimentica un aspetto: in Europa è stato approvato l’AI Act, il Regolamento che ha come obiettivo quello di evitare gli abusi delle aziende che sviluppano sistemi di intelligenza artificiale. E nel corso del dibattimento – prima del via libera – ci sono state numerose interlocuzioni con le aziende produttrici di questi prodotti. Lui non c’era, perché la sua xAI è stata annunciata solo lo scorso 12 luglio, oltre un mese dopo il voto favorevole del Parlamento UE.