«È stato l’hotel a chiederci di fare le stories, in cambio di uno sconto»

L'intervista all'influencer Elisa De Panicis

02/12/2020 di Gabriele Parpiglia

«Pronto Gabriele? Sono Elisa De Panicis». Inizia così il racconto dell’influncer con un milione di seguaci che ieri sera ha festeggiato al The Roof Milano, il suo ventottesimo compleanno. Immagini che abbiamo riportato poche ore fa su Giornalettismo e che fanno sanguinare il cuore a tutti quei milioni di ristoratori italiani chiusi, con serrande abbassate, che non possono permettersi nemmeno l’attività di food-delivering. Al compleanno di Elisa, come potete osservare dalle immagini, la pandemia e le restrizioni sembrano un ricordo lontano. Ecco la sua versione.

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Prego, Elisa.

«Io vivo tra la Spagna e l’Italia. Sono tornata a Milano, ho fatto un party al Roof Milano, ho invitato i miei amici: tutti hanno fatto il tampone, prenotato una stanza e poi cenato in terrazza. Mica eravamo solo noi. C’erano almeno 50 persone sedute in altri tavoli».

E ti sembra normale alla luce di quello che stiamo vivendo?

«Non ho deciso io che gli hotel possono offrire questo tipo di servizio. E non sono mica la prima!».

In che senso?

«Nel senso che la scorsa settimana altre influencer come Chiara Biasi e Gilda Ambrosio hanno fatto la stessa identica cosa al “Bulgari Hotel”. Io ero in Spagna, ho visto le loro stories, e ho pensato che in Italia fosse tutto ok».

Controlliamo ed effettivamente la brava collega Selvaggia Lucarelli aveva denunciato il party della Biasi & co.

Elisa, ripeto, ma si rende conto che documentare un party significa schiaffeggiare chi non guadagna un euro da mesi?

«Non volevo fare le stories su Instagram, però sono stati gli stessi gestori del locale a propormi lo scambio merce. Facendo le stories, risparmiavo il 20%. Alla fine il pagamento era sulle mia spalle, quindi le ho fatte».

Surreale… il tutto alle mie orecchie. Ma hai capito l’errore?

«Io posso averlo capito, ma non cambia perché è un qualcosa che, ripeto, si può fare! Non l’ho deciso io. Le contraddizioni sono multiple. Perché i parrucchieri sono aperti e le estetiste no?».

Restiamo al party. Quante persone c’erano?

«Nel nostro tavolo purtroppo poi si sono aggiunte altre persone e forse eravamo otto, ma anche dinanzi a noi era pieno di gente e altre tavolate. Tutti però dovevano aver stanza in hotel proprio come noi. Questo è il concept. Non c’era nessun controllo, quindi che cosa vuoi che ti dica».

Che forse bisogna aver coscienza e rispetto…

«Ok, ma ti spiego, se nel weekend sei stressato e insieme con amici hai voglia di fare serata, questa è la nuova moda milanese e non sono mica la sola. È da tempo che avanti questa tipologia di nuovo divertimento cena e terrazza. La domanda va girata a chi permette di poter fare questo».

Lo sai che avete rischiato?

«Non lo so: avevamo fatto il tampone, non sono io la responsabile, nessuno mi ha detto “Non lo potete fare”».

Noi condanniamo questo modus operandi perché il coronavirus colpisce tutti. Speriamo che chi dovere, possa intervenire. Il coronavirus, ricordiamolo ancora, colpisce tutti fisicamente ed economicamente senza far sconti a nessuno, nemmeno se gli prometti le stories su Instagram.

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