Perché ha poco senso paragonare gli elicotteri di Saigon a quelli di Kabul

Le time-line di Twitter sono piene delle due immagini a confronto, ma chi è sul posto racconta una storia diversa

16/08/2021 di Gianmichele Laino

Che senso ha fare un paragone, oggi, tra elicotteri Saigon e elicotteri Kabul? Al di là della suggestione fornita dalla somiglianza di alcune immagini post guerra del Vietnam dell’aprile del 1975 con quelle che gli inviati e le televisioni internazionali ci stanno mostrando a proposito dell’Afghanistan dei nostri giorni, c’è ben poco da mettere a confronto, ci sono ben pochi elementi per fare parallelismi perfetti. Sicuramente, le immagini di Saigon sono evocative per chi, sui social network, sta spingendo molto sulle responsabilità statunitensi nel ritiro delle truppe dall’Afghanistan e nel ritorno al potere dei talebani.

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Elicotteri Saigon e elicotteri Kabul, il parallelismo

Ma, come al solito, c’è chi utilizza frasi, spezzoni storici tratti da qualche programma di approfondimento televisivo (quando ci va bene) e immagini semplicemente per far mostra di sé e offrire un parere “originale” sui social network (che poi originale non è). Anche sulla questione afghana, purtroppo, c’è stata una diffusione di opinioni vastissima, un carico sovrinformativo, da parte di chi non ha sufficienti competenze né è un testimone diretto di quello che sta accadendo in Afghanistan.

Altri, invece, l’Afghanistan lo hanno vissuto, in tempo di guerra così come durante la grande “tregua” di questi ultimi vent’anni. Nico Piro, inviato della Rai, ha fornito una lettura completamente alternativa dell’immagine degli elicotteri che si alzavano in volo dai tetti dell’ambasciata Usa di Kabul. «Chi non conosce Kabul – ha scritto su Twitter, nel bel mezzo di un thread documentatissimo con cui ha cercato di fare chiarezza sugli ultimi avvenimenti – è rimasto colpito dagli elicotteri in volo (da qui il paragone con Saigon). Da anni militari, diplomatici e potenti locali vanno dall’aeroporto al centro in elicottero (5min di volo) per evitare la strada più pericolosa del mondo, quella per lo scalo».

Insomma, le strade di Kabul – secondo chi è stato a lungo in afghanistan e ha firmato la pubblicazione Corrispondenze afghane – non brillano per sicurezza e anche in altri momenti è stato scelto l’elicottero come mezzo di trasporto per i diplomatici, anche se per tratti molto brevi, come quello che separa il centro della città dall’aeroporto.

Inoltre, anche volendo ammettere che ci sia una certa suggestione nel mettere a confronto le immagini di Saigon con quelle di Kabul, occorre chiarire che si tratta di due contesti completamente diversi: a Saigon gli americani avevano, di fatto, appena perso una guerra. In questa fase, invece, l’allontanamento da Kabul rappresenta la conseguenza di un accordo politico, quello di Doha, che ha – di fatto – dato una qualche legittimazione ai talebani, per mettere un argine al terrorismo. La fragilità di questo accordo e la debolezza del governo afghano hanno fatto il resto, provocando l’allontanamento da Kabul. In Vietnam, era l’ultimo atto di una guerra, in Afghanistan l’epilogo di un lungo processo di negoziazione.

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