Elezioni in Bielorussia: la polizia è accusata di tortura

Almeno 6700 manifestanti hanno accusato le forze dell'ordine di averli picchiati e maltrattati

14/08/2020 di Marta Colombo

Secondo diversi gruppi per i diritti umani e altre organizzazioni internazionali, ci sarebbero prove per dimostrare le torture della polizia in seguito alle elezioni in Bielorussia.

Circa 6700 manifestanti che sono che erano stati arrestati e rilasciati dalla scorsa domenica in poi hanno accusato le forze dell’ordine di averli picchiati e maltrattati. Secondo Amnesty International si tratterebbe di vere e proprio torture.

Il 13 luglio ha segnato il quinto giorno consecutivo di proteste in seguito alle accuse di frode elettorale. Le elezioni della scorsa domenica hanno visto trionfare, per la sesta volta, il presidente Alexander Lukashenko.

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Le elezioni in Bielorussia e le accuse alla polizia

Alcuni dei manifestanti che sono stati rilasciati hanno condiviso una serie di foto attraverso l’app di messaggistica Nexta che mostrano lividi, ferite e gonfiori causati dalla polizia.

Secondo Amnesty International, la maggior parte delle persone che sono state arrestate hanno descritto lo stesso scenario: sarebbero stati denudati, picchiati e minacciati di essere stuprati. 

«Alcuni ex detenuti arrestati alle proteste ci hanno raccontato che le celle erano praticamente delle camere da tortura, dove i manifestanti erano obbligati a sdraiarsi sul pavimento sporco mentre gli agenti li prendevano a calci e li picchiavano», ha spiegato Marie Sruthers, la direttrice di Amnesty per l’Europa dell’Est e l’Asia Centrale.

Secondo un gruppo di cinque esperti dei diritti umani, la riposta della polizia alle proteste pacifiche in seguito alla elezioni in Bielorussia è stata violenta, con un uso sproporzionato, non necessario e indiscriminato di forza, ha riportato AFP.

Nel frattempo, le proteste continuano a Minsk, dove, il 13 agosto, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza pacificamente per cantare slogan contro il governo e chiederne le dimissioni. Ci sono stati anche diversi scioperi nelle fabbriche gestite dal governo, dove migliaia di operai si sono rifiutati di lavorare per protestare il trattamento dei manifestanti da parte della polizia.

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