Elettrosensibilità in funzione anti-5G e imprecisioni sul riconoscimento come malattia

Stanno diventando virali dei post che ne parlano, ma ci sono diverse inesattezze e - soprattutto - un eccessivo sbilanciamento in funzione anti 5G

23/06/2021 di Redazione

Bisogna essere molto attenti quando si parla di elettrosensibilità. Anche perché stiamo parlando di un fenomeno che presenta delle sfumature estremamente particolari, su cui la letteratura medica (e le istituzioni mediche) spesso si trovano a fare a pugni con alcune legislazioni, non soltanto in ambito di Paesi stranieri, ma tra le stesse regioni italiane. Negli ultimi tempi, si stanno moltiplicando post – corredati spesso da fotografie che mostrano volti di persone molto ben identificate – dalla portata anche molto virale che ne parlano, esagerando nelle indicazioni e nei riferimenti al riconoscimento come malattia.

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Elettrosensibilità e 5G, la marea di imprecisioni

In modo particolare, nelle ultime ore, circola molto un post a proposito della giornata mondiale dell’elettrosensibilità in cui si spiegano alcune cose: «per ora pochi paesi – si legge – riconoscono a livello sanitario questa patologia ambientale. Ci sono USA, Svezia, UK. Il parlamento Europeo nel 2008 ha inserito l’elettrosensibilità tra le “emergenze sanitarie”, in Italia invece no». Ora, questo elenco è fortemente impreciso.

Non stiamo parlando di sintomi e della loro esistenza, ma della correlazione tra questi sintomi e la presenza di campi elettromagnetici. Come affermato più volte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità non c’è alcuna correlazione tra i due eventi e le persone che dicono di soffrirne non sembrano riconoscere – se sottoposte a specifiche sperimentazioni – luoghi dove sono presenti campi elettromagnetici e dove questi, invece, non sono presenti. Lo ha stabilito in maniera abbastanza chiara nel 2005.

Quanto ai Paesi che la riconoscono come malattia, in realtà la Svezia non lo fa, ma la ritiene una causa invalidante. Il riconoscimento di una malattia spetta alla comunità scientifica (e nemmeno in Svezia il sistema sanitario nazionale ha preso questa posizione), mentre l’elenco delle cause invalidanti sono decise dall’apparato amministrativo. Le due cose non sono per forza comunicanti. Inoltre non c’è un atto del Parlamento europeo, bensì una raccomandazione del Consiglio d’Europa (che è una cosa diversa da una istituzione UE), in cui si chiede maggiore attenzione per le persone elettrosensibili. Siamo molto border line e non c’è chiaramente una posizione ufficiale della scienza.

Sembra incredibile, invece, che si possa associare il tema dell’elettrosensibilità alla diffusione delle antenne 5G. Non essendoci alcuna correlazione tra i fenomeni, non si capisce perché si possa sfruttare una tematica così dibattuta per creare ancora più confusione su un tema cruciale per l’evoluzione tecnologica nel Paese e non solo.

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