Il tempismo dei magazine italiani che a novembre 2022 avevano deciso di aprirsi all’abbonamento su Kindle

Adesso, questa possibilità sta venendo progressivamente meno nel corso dell'anno, andando a intaccare - probabilmente - anche la vendita dei singoli numeri

20/03/2023 di Redazione

Un mercato appena cominciato che è già finito. Almeno per quanto riguarda l’Italia che, come al solito, sale sul carro con un certo ritardo rispetto alle normali tempistiche che si verificano negli altri Paesi. Sin dal 2015, infatti, Amazon aveva lanciato il suo prodotto di digital newsstand: una edicola digitale che, attraverso gli e-reader, poteva raggiungere vasti segmenti di pubblico. Il Kindle di Amazon era lo strumento che permetteva di raggiungere diverse testate e magazine di tutto il mondo, a un prezzo più contenuto rispetto alla copia cartacea in edicola. Quando, poi, c’è stata la possibilità di sfruttare la formula all you can read di Kindle Unlimited (che, a fronte di un abbonamento di 9,99 euro, poteva permettere agli utenti di leggere diversi titoli) anche il newsstand era diventato accessibile e alla portata di tutti: gli abbonamenti ai magazine potevano rientrare in quella formula. Quest’ultima possibilità è stata presa in considerazione dagli editori italiani, però, soltanto a novembre del 2022, quando sono state estese le funzionalità di Kindle Newsstand anche ai principali magazine italiani. Oggi, con la strategia di Amazon di chiudere progressivamente il servizio, quella degli editori italiani su Kindle sembra davvero una scelta anacronistica.

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Editori italiani su Kindle, la scelta che ha preceduto di pochi mesi la progressiva dismissione del servizio

Ovviamente, le riviste italiane continueranno a essere disponibili per il consumo una tantum. Ma è verosimile immaginare che, con la mancata convenienza dettata dalla exit di una formula come quella di Kindle Unlimited, il servizio verrà progressivamente depotenziato fino al naturale spegnimento. E – dunque – potrebbe non essere più possibile, anche per il futuro, acquistare la singola copia della rivista anche in questa edicola digitale.

Uno dei temi che, a monte, dovevano essere presi in considerazione è quello della scarsa compatibilità tra il formato delle riviste e gli e-reader stessi. Questi ultimi vengono concepiti come un device a se stante, che ha una vita propria e che – per molti – rappresenta l’occasione di consumo tout court per l’azione di lettura. Tuttavia, lo schermo a inchiostro elettronico che caratterizza l’e-reader non permette una fruizione ottimale per un magazine che, molto spesso, è a colori e ha bisogno di uno zoom ad alta risoluzione per essere letto nella sua totalità. Di conseguenza, chi usava questa formula per leggere le riviste lo faceva sicuramente da device diversi dall’e-reader, nella fattispecie smartphone o tablet. Già questo sdoppiamento della fruizione (l’e-reader per i libri, lo smartphone o il tablet per le riviste) di uno stesso abbonamento poteva rappresentare un primo ostacolo. Che, probabilmente, ha spinto Amazon a rivedere le proprie scelte strategiche.

La possibilità di inserire le riviste all’interno di un abbonamento Kindle Unlimited era stata salutata con entusiasmo dal mondo dell’editoria italiana: avevano aderito, infatti, alcuni dei principali player del settore nel nostro Paese. Da Condé Nast, passando per Hearst, arrivando al Gruppo Mondadori e a Sprea. Al momento, il catalogo è ancora operativo, ma l’impressione è che – a seguito delle decisioni prese da Amazon – presto si svuoterà. L’illusione di ottenere una ulteriore vetrina da parte di una Big Tech per cercare di far sviluppare il modello paywall (vero approdo e porto sicuro dell’ultimo periodo di ogni progetto editoriale italiano) può dirsi conclusa qui.

FOTO di repertori di una convention di Amazon – IPP/Patrick Fallon/ZUMAPRESS – Santa Monica

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