Matt-ego vs Matt-ego: il pagellone del confronto televisivo a suon di «gne gne gne»
16/10/2019 di Enzo Boldi
Dopo aver assistito al duello Salvini-Renzi ci siamo svegliati con un’aria nuova. Un rinascimento della politica italiana che ha deciso di riutilizzare il mezzo televisivo per proporre ai cittadini un vero e proprio confronto su idee, ideali e programmi. Poi, però, ci siamo svegliati. Questa volta veramente. Niente da fare: il tanto atteso dibattito televisivo tra il leader della Lega e quello di Italia Viva non è stato altro che assistere alla pubblicazione di tanti post social (che già si vedono i giro da tempo).
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Eppure dovevamo capirlo immediatamente, quando all’uscita degli studi (ancor prima che il duello Salvini-Renzi andasse in onda su Rai1) i due protagonisti-antagonisti (l’un dell’altro, ma anche di sé stessi) avevano già ricominciato a bisticciare sui social per attribuirsi la vittoria. Mancava solamente l’Alessandro Borghese di turno che poteva confermare o ribaltare questa pseudo-classifica inesistente.
Il pagellone del duello Salvini-Renzi
Matteo Renzi e l’ossessione del Papeete. Pronti, partenza… Papeete! Bruno Vespa spegne i semafori in studio e il leader di Italia Viva inizia subito a parlare del «colpo di sole del Papeete». Papeete qua, Papeete là: manco fosse il Barbiere di Siviglia. E lo stabilimento balneare di Milano Marittima diventa lo strumento per tentare di demolire il rivale. Nel resto del duello Matteo Renzi si disimpegna meglio di Matteo Salvini, pur cadendo in quell’atavico «io, io, io» che non è un verso animalesco, ma l’ego incontenibile che aleggiava nello studio di Porta a Porta. Poche uscite a vuoto e la risposta sulle conferenze che gli vale un bel +1. Tutto molto bello, ma caro Matteo «esci da questo social!» (semicit.). VOTO 5.5
Salvini e l’ossessione umbra e per il genio incompreso. «Digli dell’Umbria!»: come nel caso del suo rivale notturno, anche il leader della Lega ha deciso di puntare su cavalli di battaglia da social. Ogni volta che è andato in difficoltà, infatti, ecco spuntare le Regionali umbre. Ma il voto non è l’unico punto toccato più volte (quasi a molestarlo) dall’ex ministro. Ogni volta che Renzi centrava alcune zone erogene che stimolavano il suo ego, ecco uscire fuori la vicenda del «genio incompreso». Una sorta di amplesso dialettico che non dava soddisfazioni, ma gli ha consentito di riprendere fiato. Fuori forma (e non si tratta di body shaming). VOTO 4.5
Gne gne gne. La sintesi della serata merita un giudizio molto alto. Una pagina di benaltrismo che non poteva mancare nella serata del duello Salvini-Renzi. Uno dice una cosa e l’altro replica: «E allora tu?». Dal Mojito e il Papeete, allo champagne di Courmayeur; dai voli d stato con l’Air Force Renzi alle missioni in Senato per andare in giro per l’Italia tra sagre, feste e pro loco. Altissime vette. VOTO 9 (anche se non siamo all’asilo, forse).
Lo zio di Renzi e ‘sta benedetta pensione. Citando Christian De Sica, ci immaginiamo questo vigile 64enne di Firenze che guardando il duello Salvini-Renzi sia sbottato con un «E mollateme». A tirarlo in ballo (che sembrava essere un can can visti i calci che si è preso senza alcun motivo) è stato suo nipote che lo ha usato come esempio per criticare Quota 100. E Salvini lo ha citato, nuovamente, per replicare alle critiche del rivale. Lui, invitato nel dibattito a sua insaputa: VOTO 100
I consulenti del look di Salvini e Renzi. Abiti ‘istituzionali’ molto simili tra loro. Un outfit che ricorda quello dei giovani di oggi che prima di uscire di casa si scrivono su Whatsapp per decidere che felpa mettere, quali scarpe indossare per poi ritrovarsi all’Eur tutti vestiti allo stesso modo che anche i genitori faticherebbero a riconoscerli. Forse per voler sottolineare, anche visivamente, che i due Mattei non sono così diversi tra loro? VOTO 4
Bruno Vespa sorride e la tocca pianissimo. Da anno è lì, nel suo salotto bianco, con luci bianche, poltrone bianche, bancone bianco con sfondo blu. E nel gestire i duelli è ormai un maestro. Lascia parlare Renzi e Salvini, li lascia liberi di trasformare Porta a Porta in un social a cielo aperto. Lascia liberi tutti di dire tutto, parlando per hashtag e sembrando una sorta di Presidente della Repubblica che richiama all’ordine solo nei momenti di maggiore tensione. Poi arriva la sua puntura sul finale. Una frase che, forse, è una delle poche verità pronunciate ieri sera: «Voi siete d’accordo sul voler fare la festa a Conte». VOTO 7.5
Giuseppe Conte e la sua calma Zen. Non era nello studio del duello Salvini-Renzi, ma è stata la persona citata più volte nel corso dell’intera serata di Porta a Porta: e Conte deve fare questo, no deve fare quest’altro, e non ho rancore con Conte ma anche un po’ sì, e deve riferire, e Conte non è stato coerente, e non vogliamo fare la festa a Conte. Forse il suo viaggio in Albania era stato programmato proprio per evitare di essere presente sul luogo del delitto mentre i due Mattei infierivano sul suo nome. Con-te, anche senza di te. VOTO 8 (per la pazienza).
And the winner is…
I Socialisti gaudenti e la gara di shot. I ragazzi sono molto svegli e sono il motivo per cui i social devono essere difesi. Avevano previsto tutto, come se avessero scritto loro le battute del copione del duello Salvini-Renzi. Ci auguriamo, per i fegati dei loro fan su Facebook, che in molti abbiano deciso di non aderire alla loro geniale gara proposta alla vigilia della diretta televisiva.
Una gara di shot (a base di vodka , mojito, champagne, negroni, lambrusco, scotch) in base alle parole pronunciate dai due duellanti. VOTO DIESCI (la sbiascicata è per aver partecipato alla gara).
(foto di copertina: collage di immagini ANSA/FABIO FRUSTACI)