L’accordo tra PornHub e le 50 donne vittime di video girati con l’inganno e pubblicati sulla piattaforma

Il caso di 50 donne contro Girls Do Porn si è chiuso dopo diversi anni di tensioni tra le parti: i termini dell'accordo non sono stati resi noti

20/10/2021 di Redazione

Il caso della piattaforma Girls Do Porn e di PornHub ha tenuto banco da diversi anni. In pratica una società – che si presentava come agenzia pubblicitaria per modelle – costringeva le proprie clienti a girare filmati pornografici (con la garanzia di diffusione soltanto al di fuori del mercato statunitense e su supporto dvd). Questi ultimi, poi, venivano anche caricati su Pornhub che – fino al 2019 – aveva nella piattaforma Girls Do Porn (poi chiusa) uno dei suoi partner per l’upload dei video. Secondo le vittime di questa truffa, PornHub era consapevole dei metodi di Girls Do Porn e – per questo motivo – 40 donne (poi diventate 50) avevano chiesto ciascuna un milione di dollari a MindGeek, la società proprietaria di PornHub. Adesso, tra le parti, è stato trovato un accordo.

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50 donne contro Pornhub, trovato un accordo

I termini dell’accordo – che si è concluso su base economica – non sono stati rivelati. In ogni caso, l’uscita pubblica di MindGeek si è incentrata tutta sulla lotta di PornHub a qualsiasi forma di sopruso e di violenza nei confronti delle donne: «MindGeek – si legge nello statement – ha tolleranza zero per la pubblicazione di contenuti illegali sulle sue piattaforme e ha istituito una politica di fiducia e sicurezza totale, numero uno del settore, per identificare ed eliminare qualsiasi materiale illegale dalla sua comunità».

Cos’era successo. Circa 40 donne erano state contattate da un’agenzia che si spacciava per concessionaria di pubblicità per modelle. Una volta sul set dello shooting, le donne scoprivano di dover girare delle scene hard e venivano costrette a completarle davanti alla telecamera, al prezzo di minacce di ripercussioni legali e di pressioni psicologiche. L’inganno, a questo punto, diventa duplice: a diverse ragazze era stato detto che queste riprese sarebbero servite a realizzare dvd da distribuire al di fuori del mercato americano, mentre invece venivano caricate – in forma di clip o di girato integrale – sulla piattaforma hard Girls Do Porn che – a sua volta – era partner di Pornhub. Girls Do Porn, in seguito alle denunce delle ragazze (che nel frattempo erano diventate 50), venne chiusa e alcune persone coinvolte nella truffa condannate.

Tuttavia, le ragazze affermavano di aver coinvolto anche PornHub nella rimozione di contenuti che, ormai, avevano trovato spazio anche sulla sua piattaforma, ottenendo una risposta molto tardiva. Da qui, la richiesta di risarcimento e l’accordo che è stato finalmente trovato con le 50 vittime. Brian Holm, l’avvocato che ha rappresentato le donne, ha affermato che i termini dell’accordo sono rimasti confidenziali.

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