Il questore non può vietare in forma orale e senza limiti di tempo l’uso di telefoni e altri device

Di solito questa misura preventiva viene adottata durante le indagini, ma la Cassazione ha stabilito che sul punto deve intervenire la Corte Costituzionale

21/12/2021 di Redazione

Capita spesso che, durante le indagini, un questore disponga verbalmente il divieto di utilizzo di telefoni e altri dispositivi informatici (come computer o tablet) senza indicare un limite cronologico. Questo aspetto – che è stato utilizzato diverse volte nel corso di inchieste giudiziarie – è stato ritenuto non conforme alla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo, così come alla Costituzione. Lo ha stabilito una ordinanza della Cassazione che, pertanto, ha deciso che sarà la Corte Costituzionale a dover stabilire le questioni di costituzionalità.

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Divieto utilizzo telefoni o dispositivi in forma verbale e per un periodo indeterminato, la svolta

La decisione presa dal questore non era arbitraria, ma si basava su una previsione del codice antimafia. Ma la Cassazione rileva che non sia rispettata la riserva di giurisdizione, dal momento che il provvedimento viene adottato non da una autorità giudiziaria, ma da una autorità amministrativa. Dal punto di vista legislativo, invece, il provvedimento dovrebbe prevedere un orizzonte temporale e non quella indeterminatezza sine die che contraddistingue lo status quo delle cose. Una privazione delle libertà fondamentale che non è commisurata alla necessità della stessa.

A essere messo in discussione, stando a quanto stabilito dalla Cassazione, ci sono alcuni diritti costituzionali come quello alla corrispondenza e a ogni altra forma di comunicazione. Ora, sarà la Consulta a stabilire quali possano essere i confini del codice antimafia e quali le determinazioni che il questore dovrebbe prevedere prima di emettere un provvedimento così significativo.

Foto IPP/picture alliance

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