La procura cambia idea sull’oscuramento di Fanpage in 24 ore

Una questione non da poco: non c'era stato alcun ricorso da parte della testata, mentre la revoca del provvedimento c'è stata perché i video erano presenti anche su altre pagine web

25/09/2021 di Gianmichele Laino

Avevamo lanciato il nostro tweet con la notizia del sequestro e dell’oscuramento delle pagine web di Fanpage con le inchieste sui 49 milioni della Lega e la pubblicazione delle intercettazioni dell’ex sottosegretario all’Economia Claudio Durigon con un «allora oscurateci tutti». Pare proprio che la presenza contemporanea dei video delle inchieste di Fanpage anche su altre pagine web (che, come spesso accade, citando la fonte, hanno dato notizia di una esclusiva dei loro colleghi, visto l’ampio spazio di risonanza della notizia stessa) abbia fatto desistere la procura di Roma nel proseguire con l’azione di sequestro, soltanto 24 ore dopo la consegna della notifica precedente sull’oscuramento di Fanpage.

LEGGI ANCHE > L’Italia è quel Paese in cui le inchieste scomode di Fanpage possono essere oscurate in maniera preventiva

Revoca oscuramento Fanpage, la decisione della procura di Roma

Ora, questa marcia indietro – spiegano dal quotidiano web nato a Napoli – non è stata provocata da un ricorso effettuato dalla stessa testata contro la decisione dell’oscuramento. Si tratta di un atto spontaneo della procura sopraggiunto in seguito a un accertamento effettuato nelle ultime ore: gli inquirenti avrebbero «effettuato un monitoraggio della rete internet al fine di verificare la presenza online dei video» e hanno riscontrato un esito positivo, visto che questi stessi video erano stati embeddati anche su altri siti web. Dunque, verrebbe meno lo scopo iniziale dell’oscuramento delle pagine di Fanpage (ogni utente avrebbe potuto benissimo visionare i video su Durigon anche su altri siti web).

In realtà questo aspetto – che rappresenta comunque un sospiro di sollievo per la testata che, infatti, ha ringraziato attraverso il direttore Francesco Cancellato tutti coloro che hanno espresso solidarietà alla testata napoletana e che hanno alzato l’asticella dell’attenzione intorno a questo tema – non si colloca nel solco di quello che dovrebbe essere un diritto costituzionalmente garantito: ovvero che il sequestro della stampa può avvenire solo in presenza di delitti per cui la legge sulla stampa autorizzi espressamente questo provvedimento dell’autorità giudiziaria (le fattispecie sono la violazione delle norme sulla registrazione della stampa, gli stampati osceni o contrari alla pubblica decenza, l’apologia del fascismo, la violazione del copyright). Per la procura di Roma, tuttavia, non si sarebbe trattato di un sequestro preventivo, ma di un sequestro probatorio: una fattispecie diversa.

Una buona notizia per Fanpage, insomma, ma una cattiva notizia per la libertà di stampa in generale (anche perché non si capisce il motivo per cui questo supplemento di indagine sia arrivato nelle 24 ore successive alla notifica del provvedimento di oscuramento).

Share this article
TAGS