Il dissidio interno tra la ricerca di profitto e la sostenibilità dell’intelligenza artificiale

Starebbe in questo aspetto specifico la rottura tra Sam Altman e l'azienda che ha contribuito a fondare

20/11/2023 di Gianmichele Laino

Esiste una intelligenza artificiale che sia, allo stesso tempo, sostenibile e che possa crescere allo stesso ritmo con cui è cresciuta OpenAI nell’ultimo periodo? Probabilmente è questo che sta alla base dei dissidi tra Sam Altman e OpenAI e che hanno portato alla dismissione del primo come CEO della società che aveva contribuito a fondare e a renderlo – di conseguenza – uno dei prossimi manager di Microsoft (a rischio e pericolo della stessa OpenAI). Perché il board era convinto, evidentemente, che crescita e sostenibilità si potessero intrecciare, mentre Sam Altman – nonostante le sue dichiarazioni pubbliche – lo era molto meno.

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Dissidi tra Sam Altman e OpenAI: la guerra impari tra sostenibilità e guadagno

Sam Altman, a quanto pare, voleva portare avanti il ritmo di crescita che OpenAI ha avuto in questo periodo. Un ritmo che mal si conciliava con tutte le riflessioni e le relative pause che le grandi aziende che operano nel settore dell’intelligenza artificiale stavano facendo. Quando – infatti – si sono rese palesi le grandi potenzialità dell’AI e quando si è capito quanto questa tecnologia possa essere effettivamente d’impatto sulla vita delle persone, regolatori e anche semplici cittadini hanno iniziato a drizzare le antenne, cercando una sponda anche nelle grandi aziende che si stavano rendendo protagoniste di questo cambiamento. Per questo hanno richiesto una maggiore sostenibilità di questo tipo di strumenti, hanno convinto le grandi aziende a fare tavole rotonde e a stringere patti etici sulla questione.

Dall’altro lato, però, OpenAI doveva far fronte con l’investimento di Microsoft (e – vista la parabola della carriera di Sam Altman – questa cosa non deve poi così tanto stupire), con le attese del mercato, con l’evoluzione che l’azienda stessa aveva promesso. Possibile che nasca qui, su questa linea di frattura, il dissidio che ha portato OpenAI a congedare Sam Altman e quest’ultimo ad abbracciare la causa del colosso di Redmond.

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